Freitag, 29. November 2013

lo tocca da



Da ragazzino ero incaricato dalla parocchia della consegna a domicilio della "famiglia cristiana".Con cadenza settimanale,il sabato pomeriggio,avevo la mia zona di abbonati al giornale da servire.Per noi ragazzi sex tape italiano un pò una seccatura e cercavamo di farla velocemente per poi tornare a giocarei.Io ero abituato,con tutti, a far uno squillo al campanello e lasciare velocemente la rivista sulla porta.Un giorno incontrai il signor antonio(soprannominato zio tom)sulle scale,mi chiese cortesemente se dalla prossima settimana potevo portargli il giornale in casa,perche mi disse:che lui il sabato pomeriggio si faceva il bagno e gli seccava dover poi scendere a ritirarlo,naturalmente mi disse che mi avrebbe dato la mancia.Il sabato seguente:sono a circa metà consegne,gli faccio uno squillo e salgo le scale,trovo la porta socchiusa entro e sento la sua voce,"sono in bagno,un attimo e arrivo"intanto mi guardo attorno,appartamento squallido,c'è l'essenziale,mà per esempio non ci sono fiori o piante,pochi quadri e suppellettili,sembra che ci abiti poco,forse la usa solo per dormire.Arriva dal bagno in accappatoio e capisco subito che è un porcellone,sotto è nudo perchè mentre cammina gli vedo il cazzo molle.Indossa un accappatoio piccolo per lui è stretto,si congiunge solo in vita e lascia scoperto il pancione ed il petto villoso ricoperto di peli grigi che risaltano sul corpo tutto abbronzato."sei stato gentile,siediti che ti prendo una bibita"mi spiace mà ho fretta devo finire di consegnare gli rispondo."il prossimo sabato lasciami ultimo cosi ti offro qualcosa(mentre parla intravedo l'uccellone che ora allungandosi in giù,s'è scappellato)e scambiamo 4 chiacchiere"-"ok,va bene sabato prossimo farò cosi!",Mi mette in mano mille lire di mancia e m'accompagna alla porta,cammino con lui dietro e mi sento il suo sguardo sul culo,chiedo:"qual'è il pulsante che apre la porta?".Non mi risponde subito,mi giro di 3 quarti e gli vedo solo la cintura sul


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pancione,l'accappatoio è aperto e ora gli vedo tutto il cazzo,son sorpreso e lo guardo lì un attimo di troppo,lui capisce che ne sono attratto e si tocca"dai bello,ti piace?toccalo un pò"mi attira a sè e mi bacia il collo,io gli tocco l'uccellone e le palle e lui mi mette una mano sul culo,poi gl'impugno l'asta che si stà indurendo,gli bacio il petto,ha le tette e ne succhio una.mi sussurra:"bravo piccolo,ti piace il mio grosso cazzo?ora bacialo dai".Una sua mano sulla spalla mi spinge ad inginocchiarmi e dopo da dietro il collo mi spinge sul suo sesso peloso.Ho voglia di cazzo!lo prendo subito in bocca e succhio,è un bel cazzo proporzionato e dritto,mi piace e ho intenzione di farmi sborrare in bocca,lui sembra gradire ,succhio bene e m'aspetto che ormai sborri,invece :suona il citofono!siamo vicini alla cornetta e lui risponde mentre io succhio affamato."Si va bene,ora scende"lo sento dire,lascio a malincuore il pompino e mi alzo,inaspettatamente mi bacia sulla bocca,vorrebbe limonare perchè sento la sua lingua,mà io tengo le labbra chiuse,Cazzo!avrà 50anni più di mè.scendo veloce le scale e sul portone c'è il mio amico di consegne che mi dice:"sei pazzo a salire dallo zio tom dicono che è un porco"-"aveva male a un piede e non poteva scendere,non è successo niente"completiamo le consegne e torniamo in oratorio.Durante la settimana:penso spesso a lui,fisicamente mi piace così grande e grosso,e non m'interessa se è calvo,ma quel volermi limonare con le sue grosse labbra bavose m'ha un pò imbarazzato,non sò se tornarci,poi penso al suo bel cazzo grosso e lo rivoglio in bocca!Sabato pomeriggio:ho finito il solito giro di consegne ed ho una scusa per non tornare dagli amici.Dopo lo squillo al campanello salgo le scale ed entro in casa,lui,come l'altra volta è in bagno,mi sente entrare,"mettiti comodo che arrivo subito"mi dice.Mi siedo sul piccolo divano,arriva col solito accappatoio e il pisellone ben in vista stavolta,va in cucina e torna con due bottigliette stappate,"prendine una,quella che vuoi",è in piedi davanti a mè che son seduto,vedo un'aranciata e una cocacola ed in mezzo il suo cazzo:quasi grosso uguale,capisco l'ironia e stò al gioco,assaggio l'aranciata,con la ligua di fuori lecco l'asta e poi assaggio la cocacola,bevo la coca con mano destra e con l'altra mano prendo il suo cazzo ancora incappucciato,s'indurisce,bevo ancora un sorso di coca e lui beve l'aranciata.Dopo il bagno ha parecchia sete,io fame!:gli scappello lentamente il cazzo e inizio il pompino mentre lui ancora beve.Sono in astinenza da sborra,la voglio,lo sego e succhio contemporaneamente,lui parla mi dice delle cose,forse parolaccie mà non lo ascolto, succhio,poi lo sento:"arriva mia sorella,dobbiamo andar via".Dimenticavo di dirvi che abitava con una sua sorella,aveva cercato di averla fuori casa per il pomeriggio,mà non c'era riuscito."Aspettami giù,prendo la macchina e andiamo a farci un giro"ho cosi voglia di finire il pompino che accettò la sua proposta.Arriva con la sua opel kadett,salgo veloce e partiamo,appena fuori paese è così tanta ormai la voglia che lo tocco mentre guida riuscendo ad infilare la mano tra i bottoni,quando ferma l'auto in un gran parcheggio alberato finisco di sbottonarlo e faccio uscire il cazzo.Vede che mi passo la lingua sulle labbra e non mi basta fagli una sega.mi spinge giù"daii,succhialo un pò,poi andiamo nel boschetto perchè qui non son tranquillo".Ora ragazzino scendiamo,io fingo di voler pisciare e m'incammino il quel sentiero che risale il fiume,tu fingi d'andartene a piedi dal pargheggio,percorri un 30 metri di pista ciclabile e poi entri nel bosco,stai attento:se i ciclisti vedono un così bel culo entrar nel bosco,ti seguono e t'inchiappettano dopo pochi passi. Seguo i suoi consigli e lo vedo risalire il sentiero tra i fitti cespugli,mi raggiuge e in modo perentorio mi dice:"qui non ti vede nessuno,spogliati che ora voglio vederti il culo",ubbidisco e mi giro per farlo vedere"mmhh,sembra il culo di una ragazza,abbassati un pò,ohh che bel buco"Mi lecca!quel vecchio puttaniere,che io credevo voglioso solo di un mio pompino,sè messo a slinguarmi il culo,sento la sua barba spinosa tra le chiappe,lecca bene e con la lingua dura mi entra nel culetto.Si alza e mi rimette il cazzo in bocca,la sua mano m'accarezza la schiena nuda e scende... mi palpa le chiappe e il suo dito medio mi entra nel buco,"ti piace il dito nel culo?"mi chiede,da come succhio capisce che è si.Arriva uno,vecchio come lui col cazzo di fuori e mi dice"stai tranquillo è un mio amico,succhia anche il suo",mi alterno,due vecchi cazzi mà ancora funzionanti.Vedo dei colori vivaci tra i cespugli,un ciclistà dal fisico scolpito s'avvicina,sul pantaloncino la sagoma di un grosso cazzo duro,l'ultimo pensionato lo tocca da sopra la stoffa e lui s'arrabbia"tieni giù le mani,non farmi incazzare",abbassa il pantalone da ciclista,e gli esce un bananone scappellato tutto rasato.Vede il mio sguardo languido,purtroppo i due vecchi non gli fan posto,spero che non se ne vada.Non sò dov'è andato,son piegato a 90 gradi ed appoggiato a un tronco,ho un cazzo per parte da leccare e succhiare e non vedo niente.Lo zio tom togli il suo dito dal mio culo e mi da una pacca sulle chiappe,avverto una spinta sull'ano,comprendo cosa succede e vorrei dire:no! è troppo grosso,invece ho la bocca piena di sborra,l'ultimo pensionato nel vedere il cazzo entrarmi nel culo ha sborrato,prendo fiato.lo sento penetrarmi piano e fermarsi sempre un attimo quando quei 20cm son tutti dentro,mi sborra in bocca anche lo zio tom finalmente,ho sborra che mi cola sul mento,ora posso digli che sono una vacca in calore,dietro ora mi sbatte forte provocando delle imbarazzanti scoregge il mio ho il culo è in fiamme mà incandescente sono gli spruzzi che sento in pancia.Mentre torniamo in paese con l'opel kadett ho l'ano dilatato e sbrodolone,mi esce sborra sulle mutandine mentre gli confesso che questo è già il quinto maschio che mi monta e di sicuro il cazzo più grande.lo zio tom comprese il mio voler essere remissivo di fronte ai maschi ,si fermo con l'auto nel sottopasso,che diverra per mè poi luogo di veloci pompini ad altri vecchi del paese.Mi ordina di leccagli il cazzo ormai molle e odoroso per la precedente sborrata,ubbidisco,mentre lui ancora sorpreso del cazzo grosso che ho appena preso nel culo,mi infila una mano sotto la tuta e cerca il mio buco bagnato.é molto loquace,mi spinge a leccargli i coglioni e mi dice che dovrei vestirmi da femmina e far la troia.

ficcò le dita



In questo racconto vi narrerò di Laura, la mia ex, una ragazza molto credente a detta sua, ma che in realtà era e rimane una vera troia…
Un sabato pomeriggio, uno dei tanti, stavamo
sesso vaginale
sul divano della sua cameretta. I suoi genitori erano a casa, quindi inizialmente pensai che non avremmo concluso nulla. Da premettere che per non far pensare male ai suoi, quando erano a casa, teneva la porta socchiusa in modo che se questi fossero passati, avrebbero potuto tenerci sotto controllo...che gran rottura di palle, direte! Già, era quello che pensavo anch'io, fino a quando quel giorno Laura non mi sorprese.
Come dicevo prima, stavamo sul divano della sua cameretta e guardavamo un film, un film di cui onestamente non me ne fregava un cazzo. Ero abbastanza nervoso perché dopo una settimana che non ci vedevamo, coccole e baci non mi bastavano, volevo di più.
Seppure Laura fosse molto credente, ed io invece non sopporti completamente la religione, c'era un motivo per cui mi ci ero messo insieme...era davvero una bella ragazza, non una di quelle racchie che solitamente si incontrano in chiesa, ma una di quelle porche che si mettono sempre e solo vestitini cortissimi e che non indossano mai i reggiseni perché tanto le loro tette non sono poi così tanto grandi. Ecco, questa era Laura: il corpo sinuoso, le gambe in carne ma allo stesso tempo spigliate, la carnagione chiarissima e i capelli biondo cenere che le arrivavano fino al culo, il culo più bello che avessi mai visto e toccato.
Non me ne fotteva nulla, avevo troppa voglia quel giorno, cosi iniziai a toccarle dapprima le gambe, poi pian piano le cosce e per qualche secondo affondai le mie mani nella carne calda di queste, lisce come non mai... In un battibaleno la sua mano prese la mia e la scaraventò via da quel paradiso di carne, Laura era infuriata “Ci sono i miei di là!" mi rimbeccò all'istante. Ancora più nervoso mi alzai e mi recai verso il bagno, avevo le palle piene di sborra e in un modo o nell'altro le avrei svuotate con o senza di lei. Il bagno era proprio accanto alla sua stanza, chiusa la porta a chiave andai verso il cesso e alzato il copri water cominciai a trastullarmi il cazzo. Un eco assordante rendeva fin troppo rumorosa quella masturbazione improvvisata, ma il pensiero che quella troia di Laura potesse sentirmi mi eccitava non poco. Sentivo lo sperma risalire lento l'asta del mio cazzo e lunghi brividi salirmi lungo la schiena, ma in quel momento decisi che non sarei venuto, perciò aspettai che mi si ammosciasse un po’ e dopo aver pisciato, per ripulire la cappella impregnata di qualche goccia di sborra che era fuoriuscita, tirai Io sciacquone e tornai nella cameretta. Fu da quel momento che Laura cambiò atteggiamento. Con la porta sempre socchiusa mise una mano sul mio “pacco” e iniziò a farmi un'energica sega, se cosi poteva chiamarsi, attraverso i pantaloni. “Che cosa stai facendo?" Le chiesi quasi retoricamente. "E i tuoi genitori?" Il cazzo sempre più duro nella morsa delle sue mani. “Sta zitto porco! Che c'è ti sei già svuotato in bagno? Quella sborra doveva essere mia e invece tu l'hai sprecata!" Mi sussurrò quasi sibilando, sempre per non farsi sentire dai suoi. "Dovevi pensarci prima." le risposi con un mezzo sorriso per stuzzicarla: iniziavo a prenderci gusto, probabilmente sentendo che mi ero masturbato, la troia che era in lei era uscita allo scoperto. Avevo fatto bene a non venire, tempo al tempo e l'avrei riempita di sborra la maiala. In fondo era stata lei stessa a dirmi che non doveva andare sprecato neppure un goccio di sborra. AI contempo non mi andava di dargliela vinta così facilmente, cosi con molta fatica tolsi la sua mano dal mio cazzo e la gettai via con finto disgusto. "Dovevi pensarci prima!" le dissi nuovamente. “Porco, ti sei già divertito senza di me. Anch'io ho voglia, che cosa credi?" "Avanti guardiamo il film." le risposi con finta noncuranza. Ma la troia non si arrese tanto facilmente e fece di tutto per attirare la mia attenzione. Indossava uno dei suoi soliti vestitini e non ci fu neppure bisogno che si togliesse le mutande per iniziare a masturbarsi con foga, bastò scostarle e infilare le dita. Calò il silenzio tra di noi, e mentre il film procedeva, la figa bagnata di Laura risuonava del rumore delle grandi labbra che si aprivano e si chiudevano al ritmo incalzante delle sue dita. Altre goccioline di sborra mi uscirono dalla cappella, il mio cazzo non ce la faceva più, voleva sfondarla e riempirla per bene. Fu in quel momento che Laura comincio ad ansimare sonoramente, la troia stava avendo il suo orgasmo. Cominciai a temere che dopo esser venuta non avrebbe più cercato di provocarmi e cominciai a pensare di aver fatto una cazzata respingendola nel bel mezzo della sega, forse avevo perso la mia occasione. Si ricompose, ma continuò la sua provocazione nel momento in cui si ficcò le dita fradice dei suoi umori in bocca. Iniziò a succhiarle come si fa con un cazzo, entrandole ed uscendole ripetutamente dalla bocca, finché non furono completamente pulite e bagnate soltanto della sua saliva. Fino a quel momento ero riuscito a res****re senza toccarla, il cazzo stava per esplodermi ma fingevo con nonchalance che l'unica cosa che mi interessasse in quel momento fosse continuare a guardare il film. La guardai per un secondo e vidi che faceva il broncio per non essere riuscita nell'intento. Fu allora che la sua “troiaggine” uscì completamente allo scoperto...si alzò di colpo dal divano e si diresse verso lo schermo per spegnerlo, dopodiché si mise dinanzi a me e afferrandomi per le braccia mi tirò su, per poi sbattermi spalle al muro. Alla mia destra c'era il divano e alla mia sinistra la porta ancora socchiusa: in quel modo nessun occhio indiscreto poteva più vederci. Si inginocchiò e mi abbassò con forza i pantaloni e i boxer, così, in un colpo solo. Il mio cazzo, già duro da un bel pezzo, fu libero di drizzarsi orientandosi direttamente verso la sua faccia. Gocciolava ancora il bastardo, una goccia in particolare si allungò e iniziò la sua caduta libera colando verso il pavimento. Quando lo vide, un sorriso perverso si dipinse sulla faccia di Laura. Quella era la prova della mia eccitazione, potevo anche smettere di fingere adesso. Laura tese la lingua poco sotto la mia cappella e aspettò che la goccia di sperma cadesse lenta su di essa. Il mio cazzo sussultava reclamando la sua attenzione, non ce la faceva più. In un attimo fu dentro la sua bocca, viziato dalla sua calda lingua che lo avvolse avidamente. Fu il pompino più bello della mia vita. Forse per l'attesa o forse per l'eccitazione mista alla paura di essere scoperti...cosa sarebbe successo se i genitori di Laura passando e guardando dentro la stanza non ci avessero visto? Che cosa avrebbero pensato? In quel momento non ci importava, i nostri pensieri erano rivolti a soddisfare esclusivamente le nostre voglie. Le afferrai la testa e lei non fece resistenza, ingollò completamente il mio cazzo fino a che non le mancò il respiro e fu allora che venni. Dritto nella sua gola, uno…tre…cinque…non riuscii più a contare gli schizzi per quanto godevo...le palle sembravano non finire più di svuotarsi e mai come allora mi fecero così male: ero sfinito. Laura dal canto suo non poteva che ritenersi soddisfatta, la mia sborra sparì tutta nella sua gola e non fu contenta fino a quando non mi ripulì completamente il cazzo da ogni traccia residua di questa. Le gambe mi tremavano, le mani di Laura che erano state tutto il tempo aggrappate alle mie chiappe scesero in basso e afferrarono le mie cosce. In quel momento la troia mi fece una richiesta che mi spiazzò: "Non ne ho avuto abbastanza, pisciami in bocca, ti voglio ancora dentro di me!" Non ci volle molto, il tempo che mi si ammosciasse un po’ il cazzo e dopo aver svuotato le palle nella sua gola, iniziai a svuotare anche la mia vescica. Sembrava una cagna, teneva la lingua fuori e la bocca spalancata, mentre il mio piscio gliela riempiva pian piano. Quando fu completamente colma fino all'orlo, la sua bocca si chiuse e senza esitazioni bevve tutto il piscio raccolto. Finii di pisciarle sul vestitino che indossava e mi scrollai il cazzo sulla sua faccia, senza pietà. Era rimasta in ginocchio tutto quel tempo la troia. Mentre crollavo sul divano, ancora con il cazzo all'aria, lei si rialzò lentamente per raggiungermi: le sue ginocchia erano rossissime, il vestitino ancora grondante di piscio le era aderito in prossimità del seno, lasciando la possibilità di intravederlo. Stava per indurirmisi di nuovo il cazzo, quando la porta della cameretta si spalancò. Una figura leggermente celata dal buio del corridoio si soffermò a guardarci, sondando la scena con occhi curiosi. Quegli occhi invadenti si muovevano veloci, su di noi, sul vestito bagnato di Laura, sul mio cazzo, sul pavimento schizzato di piscio. II cuore iniziò a battermi più forte che mai: la madre di Laura ci aveva appena scoperti.

befriedigte sich an



Nachdem ich mich kurz abgeduscht hatte verschwand ich auf mein Zimmer.
Dort duschte ich nochmal ausgiebig und anschliessend dachte ich mir gehe ich noch etwas an die Bar da es erst kurz vor 20 Uhr war. Ich zog mir ein Neckholderkleid an und machte mich auf den Weg.
War sehr nett dort leise Musik etwas schummerig. Ich nahm mir eine Zeitschrift, setzte mich und bestellte ein Glas Rotwein. Plötzlich höre ich eine Stimme die mich grüßt.
Ich drehe mich um und erblicke meine älteren Stecher aus der Sauna.
Diesmal bin ich kurz irritiert als er mich schüchtern fragt ob er sich zu mir setzen könne.
Nach kurzem überlegen sage ich ihm klar kein Problem.
Wir kommen ins Reden und es stellt sich heraus das er seit 6 Jahren Witwer ist und hier auf Geschäftsreise bis Sonntag. Mit der Zeit werden unsere Gespräche dann immer lockerer und ich erfahre das dies sein erster Sex seit mehr als 6 Jahren war und er es sehr genossen hat.Ich gebe ihm das Kompliment zurück, was ihn noch mutiger und zutraulicher werden lässt. Seine Hand berührt nun mein nacktes Knie und streichelt es. Da ich ihn gewähren lasse wandert seine Hand nach oben und schiebt meine Rocksaum mit bis er mein Höschen sieht. Da wir im hinteren Teil der Bar an der Wand sitzen und keiner sehen kann was unterhalb des Tresens passiert lasse ich es zu und geniese das spiel. Allerdings wird mein älterer Herr nun wieder sichtlich nervös. Da er dies erkennt versucht er sich zu rechtfertigen das seine Frau recht prüde war und ich eine ganz neue Erfahrung wäre. Er hätte in der Ehe schon viele Träume von schmutzigen Sex in der Öffentlichkeit. Ich würde ihn sehr reizen und er würde gerne auch die Nacht mit mir verbringen. Ich lächle ihn an und sage ihm das es mir eine Ehre sei ihm die Nacht versüssen zu können. Er ruft den Barmann um zu zahlen. Da mich die Situation gerade reizt kommt mir ein geiler Gedanke. Als der Barman gerade auf dem Weg zu uns ist ziehe ich mein Höschen aus und als er noch so 3 Schritte entfernt ist lege ich es meinem älteren Stecher vor die Hand auf den Tresen. Sowohl der Barman als auch mein Stecher sehen sich irritiert an ehe der Barmann süffisant lächelt und mein Stecher den Slip schnell in seiner Hosentasche verschwinden lässt.
Nachdem wir bezahlt haben verlassen wir die Bar. Der Barmann schaut uns hinterher.
In der Lobby sieht er mich an und sagte so was habe ich noch nie erlebt das war absolut spannend und geil. Ich frage ihn ob er denn mehr wolle. Klar meint er während wir nun den Fahrstuhl betreten. Ich sage ihm er solle an meinem Nacken an der Schnur ziehen. Ungläubig und wissend das wenn er es macht das ich ohne Kleid da stehe zögert er.Ich sage "ich meinte du wolltest ein schmutziges Mädchen haben, entweder du machst es und du darfst alles mit mir heute Nacht machen was du willst oder ich gehe auf mein eigenes Zimmer". Ich hatte den Satz noch nicht richtig fertig als mein Kleid zu rutschen begann und sich gleichzeitig die Fahrstuhltür öffnete. Ich stand nun nackt vor der offenen Fahrstuhltür nur in meinen Stiefeletten und einer Handtasche um meine Schulter. Nun verlies ich den Fagrstuhl Richtung Gang und fragte ihn wohin ich gehen sollte. Er hob schnell mein Kleid auf und lotste mich zu seinem Zimmer . Der Gang war Leider? oder zum Glück ? Menschenleer.
Nachdem wir sein Zimmer betraten fiel er sofort wie wild über mich her, küsste und betatschte mich überall. Ich musste aufpassen nicht das Gleichgewicht zu verlieren und zu stürzen. Am Bett angekommen schubste er mich dann darauf riss sich selbst die Kleider vom Leib und sprang fast auf mich. Da er ja sehr beleibt war erdrückte er mich fast. Hart und heftig schob er mir seinen steinharten riesigen Schwanz in mein Loch was anfangs sehr weh tat.Ich kam mir wie eine benutzte Gummipuppe vor die sich nicht wehren konnte. Bewegungsunfähig lag ich unter diesem Koloss und er befriedigte sich an mir. Es machte mich allerdings immer geiler das ich so ausgeliefert war und mich nicht mehr wehren konnte. Er hämmerte mir seinen großen Schwanz immer wieder tief in mein Loch und nach 5 Minuten entleerte er sich nun schon zum 2ten mal an diesem Tag in mir. Ich fühlte wie sich seine Spermaflut wohlig warm in mir verteilte.
Kurz lagen wir noch bewegungslos beide da bis er sich von mir rollte und entsetzt entschuldigte was über ihn gekommen sei. Langsam rann sein Sperma aus mir und tropfte aufs Lacken. Ich nahm meinen Zeigefinger wischte darüber und führte ihn zu meinem Mund und leckte ihn ab. "Macht doch nichts war geil, du bist mein geiler Stecher tob dich aus an mir " meinte ich zu ihm. Erleichtert kam sein grinsen wieder.
Da ich allerdings noch keinen Orgasmus hatte erhob ich mich nun und legte meinen Kopf zwischen seine Beine. Zuerst leckte ich sein verbliebenes Sperma noch ab und kurz darauf hatte ich seinen Schwanz schon bis zum Anschlag im Mund während ich mit seinem grossen Hodensack spielte. Anscheinend schien es ihm wieder zu gefallen denn sein Pimmel vergrösserte sich wieder und wurde auch härter. Ich dachte noch nah zum Glück hatte er ne lange Sexpause bis zu mir. Ich lutschte an seinem Kolben während er mir die Titten massierte. Nun wollte ich aber meinen Orgasmus und so schwang ich mich auf seinen Schwanz und ritt ihn. Er füllte mich wieder herrlich aus. Ich legte mich auf seinen Bauch und bewegte mich ganz langsam auf und ab genoss jeden Zentimeter der sich hinein und herausschob.Er griff meinen Arsch, knetete ihn schob mir die Pobacken auseinander und begann mich zu fingern am Poloch.
Ich drehte mich nun um streckte ihm meinen dicken prallen Arsch entgegen und schob mir seinen Schwanz wieder hinein. Diesmal schneller und schneller. Er spiesste mich förmlich auf und fingerte gleichzeitig mein Poloch. Der Rhytmus wurde nun schneller und ich immer geiler. Er klapste auf meinen Po immer härter. Ich merkte das ich kurz davor war zu explodieren. Es war sooooo geil. Er verlor nun auch sämtliche Scham und gab mir Namen wie Hure Nutte Schlampe was mich zusätzlich anmachte. Plötzlich durchzuckte es mich wie ein Blitz und ein Orgasmus schüttelte meinen Körper durch und zugleich kam auch er erneut. Erschöpft deutsch milf ich ins Lacken wobei sich mein Arsch noch mehr hob und ihm noch praller entgegenstreckte. Allerdings war auch er zu erschöpft sich weiter zu bewegen und so lagen wir noch etwas so da und schliefen beide in dieser Stellung. Gegen 2 Uhr machte ich dann auf links und rechts an meinem Kopf seine Beine und sein Schwanz war immer noch in mir. Als ich mich nach oben bewegte klebte sein Sperma schon mit seinem Schwanz an meinem Loch. Er schlief weiter und ich streifte mir schnell mein Kleid um und gin auf mein Zimmer stellte den Wecker und schlief noch etwas. Allerdings war das noch nicht alles.

Donnerstag, 28. November 2013

la sua fica



Erano passate quasi due settimane da quando Laura mi aveva confessato di essersi fatta sbattere dai suoi due colleghi ed io non riuscivo a pensare ad altro. Non perchè fossi geloso, anzi, non facevo altro che immaginarmi mia moglie in mezzo a due cazzi bagnarsi e godere come una troia. Il pensiero era quasi diventato un tormento e lei se ne era accorta, ogni volta che scopavamo mi provocava, mi diceva di come fosse bello essere posseduta da due cazzi ed io immancabilmente sborravo come una fontana. Avevamo già fatto sesso a tre con Elisa, la migliore amica di Laura, e Laura stessa con due colleghi, ognuno di noi due poi ha avuto delle altre scappatelle extra coniugali, ma Laura con un altro cazzo, dal vero, ancora non l'avevo mai vista. Il tarlo nella mia testa ormai era diventato insopportabile.
“Devo scoparti anch'io con uno di loro” le dissi.
“Non ti preoccupare, non c'è cosa che voglia di più al mondo amore mio” mi rispose lei.
Laura mi disse che avrebbe voluto ripetere quell'esperienza assieme a me ed al suo collega Andrea, il ragazzino appena ventenne (io e Laura siamo coetanei entrambi trentanovenni), che tanto l'aveva fatta eccitare. Io le dissi che per me non c'erano problemi, ma che mi sarebbe piaciuto fare un giochino, così le feci la mia proposta...

Il giorno fatidico era finalmente arrivato, Andrea giunse a casa nostra, come d'accordo, verso le 14.30. Mia moglie lo avvisò in ufficio il giorno prima. Dalla volta della loro esperienza a tre non ci fu più nulla fra loro se non fugaci scambi d'occhiate, ammiccamenti e la promessa di vedersi nuovamente. Del resto, mia moglie era una donna sposata trentanovenne, mentre lui uno splendido ragazzo, nel fiore dei suoi vent'anni e sicuramente attorniato da più di qualche giovane bella fichetta.
Ad ogni modo, dicevo, Laura lo avvisò il giorno prima, gli disse che io ero fuori città per il week end assieme a degli amici per un viaggio non meglio specificato, e che le sarebbe molto piaciuto se sabato pomeriggio fosse passato da lei per riprendere da dove si erano lasciati alla cena di lavoro.
Per quanto il ragazzo fosse pieno di fichette per le mani non si fece certo perdere l'occasione di sbattersi una bella donna quasi quarantenne (sogno erotico di tutti i ragazzi), con due splendide tettine, un culo morbido e leggermente abbondante, un visino dolce ed uno sguardo che te lo rizza all'istante.
Andrea suonò alla porta alle 14.30 in punto. Puntuale come un orologio. Mia moglie andò ad aprirgli.
“Ciao Andre, ti stavo aspettando...” Disse mia moglie.
“Ciao Laura” Rispose lui “come va? Sei sola”
“Certo caro, sola ed indifesa”.

/> Dal piano sopra sentivo i classici bacetti di saluto e le classiche frasi di rito.
Io me ne stavo di sopra, dentro al bagno, con la porta socchiusa, i balconi chiusi e la luce spenta. Non volevo essere visto. L'idea fra me e Laura era quella di non dire ad Andrea della mia presenza, ma fargli credere di essere solo con mia moglie e di potersela sbattere a piacimento. Laura doveva soltanto portarlo in camera da letto, iniziare a giocarci assieme mentre io dall'uscio socchiuso del bagno, al buio,.mi sarei gustato la scena attraverso le ante a specchio della camera da letto. Ad un certo punto poi, come nelle più stupide trame di film porno, sarei intervenuto e ce la saremmo spassata tutti assieme. C'era naturalmente l'incognita riguardo alla reazione del ragazzo al mio ingresso, ma anche quella faceva parte del gioco.

Dopo una decina di minuti di frivola conversazione ed un caffè assieme come vuole la buona ospitalità, Laura decise di rompere gli indugi:
“Andrea, non so cosa tu possa pensare di me, non vorrei che credessi che io mi sia innamorata, perchè non è così, spero che altrettanto sia per te. Ti ho fatto venire qui oggi perchè quello che è successo tra noi due settimane fa mi è piaciuto molto, io voglio molto bene a Franco, mio marito, ma ho spesso bisogno di essere soddisfatta, ho molte voglie, e non vedevo l'ora di avere nuovamente l'occasione per stare con te...”
“Laura, io davvero... non... non saprei cosa dire, tu sei molto provocante ed eccitante, e poi in ufficio sei sempre gentile con me, quando vuoi … basta sola che tu chieda!!!” Rispose.
“Caro il mio piccolo!!! Adesso fammi una cortesia, io mi sono lavata poco prima del tuo arrivo, qui c'è il bagno di servizio, lavati per cortesia perchè non resisto più! Il bagno di sopra è rotto e non è ancora stato riparato” (Dentro a quel bagno c'ero io).

Dopo qualche minuto li sentii salire. Fu allora che per la prima volta vidi questo benedetto Andrea. Non c'è che dire, Laura lo aveva scelto bene, alto, castano chiaro quasi biondo, un bel fisico asciutto ed un viso angelico. Mi passarono davanti senza che questi si accorgesse di nulla.
Entrati in camera mia moglie gli si gettò al collo e gli infilò la lingua in bocca. Il ragazzo prese dapprima ad accarezzarle i fianchi palpandole in maniera alternata il culo e le tette. Dopo un minuto di slinguazzamenti e palpeggi vari Andrea prese l'iniziativa, afferrò Laura per i polsi, la girò spalle a sé e prese a baciarla e leccarla selvaggiamente sul collo, mentre le sue mani scivolavano sempre più verso il basso fino ad iniziare a massaggiarle la fica. Poi con un gesto deciso la spinse verso il letto. Lei cadde sul letto a pancia in giù, Andrea la prese per i fianchi e di colpo le sfilo i leggins ed il perizoma che Laura indossava, lasciandola a gambe nude ed il culo per aria ancora con la maglietta attillata ancora addosso. Andrea si buttò nel letto a sua volta, prese mia moglie per le natiche ed iniziò a leccarle la fica ed il buco del culo da dietro.
Quella lingua sfrontata fra i suoi buchi fece immediatamente gemere mia moglie che gustando appieno l’attimo, aveva iniziato a stringere i pugni avvinghiandosi alle lenzuola.
Io dal canto mio mi stavo eccitando come un matto, il cazzo già mi scoppiava e continuavo a guardare in maniera morbosa quel ragazzo poco più che adolescente leccare gli umori di mia moglie.
Laura seguitò ad inarcare la schiena sollevando il culo ed offrendosi sempre più oscenamente ad Andrea, il suo respiro era sempre più intenso, si stava eccitando come una porca. Andrea dal canto suo alternava le penetrazioni di lingua ora alla fica ora all’ano di Laura, la quale ad un certo punto si sfilò dal suo giovane linguista dicendogli:
“Ti voglio nella mia bocca” e sedendosi sul letto dopo essersi tolta la maglietta ed essere rimasta come mamma l’ha fatta, aiutò Andrea a spogliarsi.
Il ragazzo aveva davvero un bel fisico, asciutto, completamente depilato, un totale peso forma. Non appena si girò non potei fare a meno di notare un cazzo in tiro di dimensioni davvero ragguardevoli. Non che io mi sentissi poco dotato, Laura, Elisa ed altre non avevano mai avuto nulla da dire sulle mie dimensioni, ma quelle di Andrea erano davvero fuori dal comune.
E brava la mia mogliettina.
Anch’io a questo punto presi a toccarmi, tirai fuori il cazzo e presi a segarmi davanti al loro amplesso.
Andrea si stese e Laura gli salì sopra a 69, io dalla mia posizione potevo vedere i piedi e l’uccello del ragazzo e la faccia di Laura che stava per accoglierlo nella sua bocca. Sentivo quella vacca di mia moglie gemere ed invitare il suo giovane amante a continuare con il suo operato mentre lei dopo aver sputato sopra la cappella di Andrea aveva preso a succhiarla come una posseduta. Guardavo Laura lavorarsi quel cazzo meraviglioso, la vedevo ingoiarlo, leccarlo dalla cappella fino alle palle, e giocare con la sua lingua lungo tutto l’inguine per poi risalire sui coglioni. Ora aveva preso a succhiare guardando insistentemente verso di me, lei sapeva che io la stavo guardando, forse si aspettava che uscissi, forse voleva solo esibirsi, ma di sicuro l’effetto che ne ottenne fu quello di s**tenarmi un’eccitazione fuori dal comune. Vedere mia moglie Laura spompinare un cazzo enorme non aveva prezzo. A quel punto forse sarei dovuto entrare come eravamo d’accordo, ma la morbosità di osservare quella coppia mi bloccava. Mi eccitavo da morire nel guardarli.
Probabilmente Laura doveva avere capito la situazione, la cosa la eccitava sicuramente e non aveva alcuna intenzione di fermarsi. Io dal canto mio ormai avevo deciso che li avrei lasciati fare, sarei intervenuto dopo che il ragazzo si fosse svuotato. Pronti per il secondo round.
“Scopami Andrea, scopami forte” Disse Laura, si alzò dal corpo del ragazzo, che dal canto suo rimase steso nel letto, si portò verso il cazzo di Andrea ed a smorza candela dando le spalle al suo amante, mia moglie si infilò nella sua fica fradicia quel grosso cazzo. Andrea le stringeva i fianchi mentre lei cominciò in maniera decisa a cavalcarlo, con una mano continuava a sgrillettare il clitoride mentre con l’altra si massaggiava una tetta. Lo sguardo sempre rivolto verso la mia postazione. Sapeva che la guadavo, la sua lingua roteava fra le labbra, i suoi movimenti su quel cazzo erano sempre più forti, i suoi respiri sempre più intensi, l’oscenità stava impossessandosi di lei:
“Oh mio dio Andrea continua ti prego, continua, fammi godere, continua spingi forte ti prego…”,
Fino a quando si abbandonò ad un gemito quasi isterico. La mia porcellina era appena venuta. Si stese di schiena per un attimo su Andrea il quale sempre con il cazzo in fica le passò un braccio sul ventre ed insieme si adagiarono di fianco. Ora il porco aveva ricominciato a stantuffarla da dietro sul fianco tenendole la gamba sollevata. Dalla mia posizione potevo vedere quel cazzone sfondare la fica di mia moglie che era completamente fradicia. Laura continuava a gemere, la sua mano era sempre a stimolare il clitoride, che grandissima vacca!
“Laura sto per scoppiare” Disse Andrea,
“No ti prego, non ancora, resisti...” Rispose lei.
Laura fece nuovamente sdraiare il ragazzo per riprendere a cavalcarlo da sopra. La vacca stava ancora sopra di lui (questa volta dava le spalle a me), dimenava i fianchi come una forsennata, faceva sparire quell’enorme mazza tutta dentro la sua fica mentre il ragazzo piegandosi in avanti le succhiava e le mordicchiava i capezzoli. Andrea però ormai non ce la faceva più, Laura se ne accorse:
“Non venirmi dentro…” fece appena in tempo a dirlo e a sfilarselo che l’uccello di Andrea inondò copiosamente una chiappa di mia moglie di calda e densa sborra.
Laura prende regolarmente la pillola ed adora sentire dentro di sei i caldi schizzi di sperma, quindi capii che volle offrirmi quello spettacolo; lo spettacolo di farsi sborrare addosso in maniera tale che io potessi ammirare tutto l’operato del loro amplesso. La visione del culo di mia moglie pieno di sborra fu per me qualcosa di una libidine inaudita. Avevo cominciato a ad aumentare il ritmo della mia sega ed anch’io sborrai dall’eccitazione.
Laura era ancora calda, Andrea l’aveva riportata a mille con l’eccitazione dopo il suo primo orgasmo; il suo amante le aveva inondato il culo di sborra ed ora si stava prendendo un minuto di riposo. Ma io conoscevo bene quella troietta, ed ora ci sarebbe stato da divertirsi.
“Allora Andrea, com’è stato? Sono come una delle tue ragazzine?” Chiese mia moglie.
“Oh Laura, sei fantastica” rispose
“Puoi dirmi pure che sono una troia, non mi offendo, sai quando si tratta di sesso non capisco più nulla.”
“Bè non sei certo la prima donna che tradisce il marito… anche se effettivamente…”
“Cosa?”
“Bè due settimane fa l’hai fatto con due uomini… ...non è da tutte...”
Laura naturalmente colse la palla al balzo:
“E tu? Non lo avevi mai fatto in tre?”
“No”
“E ti è piaciuto più di adesso?”
“E’ stata una cosa diversa”
Mentre chiacchieravano, io ero ancora fermo ad ascoltarli, Laura aveva ripreso a segare il cazzo a riposo di Andrea, il quale naturalmente la lasciava fare. Laura continuava ad incalzarlo:
“Lo sai che quando sono tornata a casa ho raccontato tutto a mio marito?”
“Non ti credo”
“Te lo giuro”
“E lui come ha reagito?”
“Si è eccitato e mi ha scopata, mi ha fatto anche il culo. Poi mi ha detto che anche lui voleva scoparmi assieme ad un altro…”
“Ma dai…”
“Non mi credi?”
“No”
“puoi chiederglielo tu stesso se vuoi… vieni amore mio!”

Fu così che feci il mio ingresso nella stanza. Completamente nudo con il cazzo in mano.

Nel vedermi Andrea balzo sul letto mettendosi seduto, il suo cazzo che fra le sapienti mani di Laura si era rinvigorito ora di colpo si era spento. Il rossore sulle sue guance, l’evidente stato di imbarazzo. Ci pensò Laura a rassicurarlo appoggiandosi a lui accarezzandolo in viso e dicendogli che non vi era nulla di cui preoccuparsi. Poi con la solita malizia si rivolse verso di me:
“Allora amore mio ti è piaciuto lo spettacolo? La tua mogliettina è stata abbastanza troia per te?”
Io però continuavo a guardare Andrea, la sua espressione era un misto fra sbigottimento e paura, così decisi anch’io di tranquillizzarlo:
“Ciao Andrea, piacere, io sono Franco il marito di questa porcellina, non ti preoccupare, io e Laura eravamo d’accordo…”
Continuai spiegandogli la situazione, mentre Laura continuava a coccolarlo come fosse un bimbo impaurito.
Dopo qualche minuto, mia moglie prese nuovamente le redini (che donna!!!) dicendogli:
“Oh Andrea, adesso basta, ti abbiamo detto che è tutto ok, che mio marito voleva godere di tutta questa situazione, finiscila di frignare e cerca di riprenderti con questo bel cosino…” E prese a segare nuovamente il suo cazzo.
Io mi portai verso di loro ed infilai il mio uccello nella bocca di mia moglie. Dopo anni, vedevo un altro sogno realizzato: La bocca di mia moglie piena del mio cazzo, mentre in mano stringeva l’uccello di un altro uomo.
Andrea iniziava a sciogliersi, il suo cazzo stava tornando alle sue esagerate dimensioni, mentre con una mano stava palpando una tetta di Laura, la quale ancora su di giri gli disse:
“Dai piccolo mio, leccami la fica”
Andrea ubbidiente portò la sua bocca fra le gambe di Laura.
Io presi la testa di mia moglie tenendola ferma ed iniziai a scoparle la bocca in maniera decisa. Nel mentre guardavo Andrea, il suo mento era completamente fradicio degli umori della fica di Laura che aveva iniziato a sbrodare come una cagna. Lei nel frattempo continuava a gustarsi spasmodicamente il mio uccello con la bocca.
Dopo qualche minuto Laura non ce la faceva più, moriva dalla voglia di sentire nuovamente dentro di se un paletto di carne. Io e Andrea ci stendemmo sul letto uno affianco all'altro, mia moglie si mise sopra di me ed in men che non si dica iniziò a cavalcarmi furiosamente infilandosi il mio cazzo nella sua fica fradicia. Laura era eccitata al massimo, il mio cazzo la penetrò senza alcuna difficoltà, la sua fica era un lago. Mentre si muoveva sopra di me prese in mano il cazzo di Andrea ed inarcando la schiena iniziò a succhiarlo furiosamente. Io dal canto mio ero al settimo cielo, vedevo mia moglie scoparmi e succhiare l'uccello di un altro, oltretutto molto più giovane di noi.
La situazione ci eccitava da morire.
Sempre con il cazzo fra le grinfie di Laura, Andrea iniziò a voltarsi ed a giocare con il buco del culo di mia moglie, mentre io le spaccavo la fica Andrea iniziò a massaggiarle il buchetto con le dita, lentamente faceva colare dei rivoli di saliva sull'ano di Laura, alcuni dei quali scivolavano anche sul mio cazzo, e sempre con delicatezza iniziò a penetrare quell'invitante buchetto con le dita. Mia moglie iniziò a fremere sempre di più. Ebbi la sensazione che probabilmente avrebbe gradito anche un terzo cazzo avendo in quel momento riempito tutti i suoi buchi.
Andrea si alzò e ci fece capire di voler inculare Laura, questa al pensiero di riassaporare nuovamente una doppia penetrazione ebbe un lampo negli occhi. Sentii il cazzo di Andrea sfiorare il mio, che nel frattempo se ne stava ben bene all'umido calduccio della fica, io smisi di affondare i miei colpi e mi fermai in attesa, Andrea puntò la sua cappella nell'ano di Laura ed iniziò a spingere piano. Osservavo lo sguardo di mia moglie e la vedevo completamente trasportata dall'eccitazione, sentivo il suo respiro farsi sempre più affannoso e sempre più violento. Il cazzone del giovanotto stava entrando sempre più e Laura godeva come una porca:
“Guardami amore mio, guarda tua moglie come gode, guarda che puttana fra due cazzi...” mi disse.
“Ti adoro Laura, ti piace fare la troia vero?” Le chiesi
“Da morire, sbattetemi, brutti porci, fate godere la vostra troia” continuò con la voce rotta dai nostri colpi.
“Vuoi farmi il culo anche tu vero amore?” Mi chiese dopo un po'
“Non vedo l'ora”
“Si ma voglio sempre due cazzi, è meraviglioso” Così dicendo la cagna si sfilò dalle nostre mazze. Mi fece rimanere sdraiato, si voltò e sempre a smorza candela, ma questa volta volgendomi la schiena, prese ad infilarsi il mio cazzo nel culo. Quel dolce buchetto era una meraviglia, anche se era appena stato sconquassato dal mattarello di Andrea aveva ripreso immediatamente il suo tono muscolare e subito dopo essere stato trafitto dalla mia cappella si era immediatamente avviluppato al mio cazzo.
Sentivo quel caldo pertugio stringermi l'uccello, stavo godendo come un matto. Mia moglie si stese sul mio petto offrendo la fica in maniera oscena al suo giovane amante mentre il suo buco del culo era impalato dal mio cazzo.
Andrea questa volta fu molto meno delicato e fiondo il suo paletto nella fica di Laura in maniera piuttosto violenta. Questa emise un grido soffocato:
“Cazzo Andre, mi fai male”
“Ma quale male” rispose lui “pensa a godere... troia”
“fanculo, scopa stronzo” le rispose lei
Laura si abbandonò completamente ai nostri due cazzi che la sfondavano. Con una mano prese a massaggiarsi e stimolarsi il clitoride, cominciando dopo un po' ad ansimare sempre più violentemente fino a quando spinse Andrea fuori dal suo corpo e gli schizzò del liquido vaginale sul cazzo, mentre altri due zampilli le colarono lungo l'inguine annegando il mio uccello che nel frattempo se ne stava sempre infilato nel culo.
“Magnifico, ragazzi...” Sospirò mia moglie. “Continua a scoparmi il culo Franco ti prego”
La afferrai in vita ed entrambi ci girammo sul fianco, a quel punto la penetrai in fica. Era unta, viscida e caldissima, sentivo il mio uccello sguazzare in quel lago di godimento. Mentre Porno Tube a scoparla sul fianco, nella sua bocca era tornato il cazzone di Andrea. Mi sfilai e mentre Laura seguitava a spompinare il ragazzo, non resistetti alla tentazione di affondare la mia lingua in mezzo a tutto quel lago che colava dalla sua fica. Il sapore della sborrata di mia moglie era fantastico. Mi riempii il viso di tutta quella bella sbrodolata. Roteavo la lingua in maniera così veloce e così indelicata che dopo poco sentii quella cagna venire nuovamente. A quel punto anche noi maschietti eravamo cotti a puntino, tanto che decisi di infilarlo anch'io nella sua bocca mentre Andrea pensò di rinfoderare il suo gioiello nella fica allagata della mia signora. Dopo pochi colpi ed una breve slinguazzata, con una sincronia senza pari sia io che Andrea esplodemmo. Io per primo inondai la bocca ed il viso di mia moglie, la quale cercò di non farsi scappare neanche una goccia ma non ci riuscì. Avevo spruzzato una quantità industriale di sperma ed un po' di questo inevitabilmente le colò dalla bocca grondando e penzolando dal suo bel visino. Nel mentre stavo sborrando in maniera sublime anche il nostro giovane amico riempì la fica di Laura. Dopo aver anch'egli effettuato una sborrata colossale estrasse il cazzo dal pertugio ove vi era infilato e copiosamente tutto il suo succo prese ad uscire colando sull'inguine e fra le cosce della mia beata signora che ora si trovava sommersa dallo sperma.
La soddisfazione fu tale che ci abbandonammo Donne Nude e tre sul letto. Esausti e felicissimi. La visione di mia moglie ricoperta di sperma era qualcosa che mi mandava al settimo cielo, vedere un nostro amico sul nostro letto a condividere in maniera così intensa i nostri piaceri era qualcosa di appagante per entrambi.
Ci abbandonammo ad un sonnellino.
Dopo circa un'oretta ci svegliammo, ognuno di noi si fece una doccia e poi cominciò il terzo round e così per tutta la notte.

harten Nippeln aus



Es war am Ende meines ersten Semesters an der Uni, ich hatte alle Prüfungen hinter mich gebracht und wollte mir daher mal eine Auszeit gönnen und ein bisschen entspannen!
Dazu fuhr ich an einem Samstag in eine ca. 1 Stunde entfernte Therme, ich war dort schon öfters und hab es auch immer sehr genossen! Wie ich es diesmal genießen würde, konnte ich mir zu diesem table dance Porno noch gar nicht erträumen.
Die Therme war normalerweise eher dafür bekannt, dass sie Erholungsgebiet für ältere Personen ist, was zu meinem Glück an diesem Tag überhaupt nicht der Fall war.
Es war 10 Uhr als ich die Therme betrat, ich zog mich um und legte anschließend meine Sachen auf eine Liege neben einem Becken. Der Badebereich der Therme ist eher klein gehalten, ich stehe mehr auf den großen Saunabereich, der wirklich alles zu bieten hat.
Am Anfang wollte ich jedoch mal baden gehn, so zog ich mir den Bademantel aus und hüpfte ins Wasser. Ich war zu dieser Zeit gerade im Training so konnte ich zusätzlich zu meinen 1.94m auch einen gut gebauten Körper vorweisen, was mir einige Blicke einbrachte! ;)

Der Vormittag verging schnell und ich hielt mich auch die meiste Zeit im Wasser auf. Nach einem kurzen Snack zu Mittag wollte ich nochmal kurz ins Wasser hüpfen um dann später den Saunabereich aufzusuchen.
Als ich die Treppe runter ins Becken stiegt, sah ich auf der anderen Seite des Beckens ein vertrautes Gesicht. Ich erkannte sie zuerst nur an ihrem wahninns Körper, dann kreuzten sich auch unsere Blicke und nach einem kurzen Winken, wusste ich sie war es. Es handelte sich um Susi, eine alte Freundin die ich schon sicher seit einem Jahr nicht mehr gesehen hatte. Wir hatten damals kurz was miteinander aber nur in einem Club beim Fortgehen, es wurde danach aber leider nicht mehr daraus, bzw. nichts sexuelles daraus!=(

Wir gingen einander nun im Becken entgegen, dabei betrachtete ich ihren Körper, sie war ca. 1.75m groß hatte braunes langes Haar, eine traumhafte Figur und geile Brüste!(D-E stellte sich später heraus) Kurz gesagt, eine Traumfrau!
Sie trug einen Weiß/Rot gestreiften Bikini, wobei der BH ihren Busen nicht so richtig abdecken konnte.
Wir redeten dann einige Zeit, sie erzählte mir, dass sie jetzt in einem großen Unternehmen schon in einer wichtigen Funktion arbeitet und mal eine Auszeit vom Berufsstress braucht.
Nach dem Gespräch über alte Zeiten, fragte ich sie was sie denn heute noch so vor hat, und ob sie in den Saunabereich mitgehen will, ich gebe zu das Ganze nicht ohne Hintergedanken. Ich wusste natürlich, dass der Saunabereich ein Nacktbereich war, aber ich konnte mir die Chance sie nackt zu sehn einfach nicht entgehen lassen.
Sie willigte ein und wir machten uns einen Treffpunkt aus, da wir uns ja beide unsere Handtücher und Bademäntel noch holen mussten.

Wir gingen dann gemeinsam in den Saunabereich. Es war ein großer Bereich der Therme, das ganze Gebäude der Sauna war rund angeordnet, in der Mitte war ein großer Whirlpool von dem man einen Blick auf die darum angeordneten Liegen werfen konnte und am Rand waren die einzelnen Eingänge zu verschiedenen Saunas und einem Dampfbad.
Nachdem wir endlich 2 freie Liegen gefunden hatten, zogen wir uns die Bademäntel aus, ich konnte es nicht glauben sie hatte darunter auch schon den Bikini ausgezogen und so stand sie plötzlich komplett nackt vor mir, ich war im Himmel!=) Ihre unglaublich geilen Brüste passten perfekt zu ihrem Körper und als mein Blick weiter nach unten wanderte erblickte ich auch ihre wunderschön glatt rasierte Muschi. Sie bemerkte natürlich meine Blicke, lächelte mich an und sagte: "Na was ist, willst du dich nicht ausziehn?!" Gesagt-getan, ich zog mir meinen Bademantel und die Badehose aus, nun stand auch ich nackt neben ihr. Ich war zu diesem Zeitpunkt schon leicht erregt, konnte es allerdings gut verbergen. Ihre Blicke musterten natürlich auch mich, danach wollte sie unbedingt ins Dampfbad gehen. Am Weg dorthin wurde sie vom halben Nacktbereich angeglotzt, naja wem kann man es verübeln.

Das Dampfbad war riesig und bot einige steinerne Sitzmöglichkeiten wobei immer 2 Personen Platz hatten. Es war dunkel und sehr dampfig, so dass man fast die eigenen Hände nicht mehr sehen konnte.
Man konnte auch nur erahnen wie viele Personen sich im Dampfbad befanden, wir suchten auf jeden Fall mal eine Sitzmöglichkeit auf. Dort angekommen, setzen wir uns nebeneinander und genossen die Ruhe. Man konnte leicht durch den dicken Nebel sehen, dass vis a vis von uns eine Person auf einer Bank saß. Ich konnte allerdings nur kurz die Blicke von Susi abwenden, ihr Körper war für mich echt elektrisierend und als dann noch das Wasser über ihre Brüste langsam hinunter tropfte wurde ich endgültig erregt! Sie hatte ihre Augen geschlossen und streckte ihre Brüste nach vorne, ich legte meine Hände über meinen Penis um irgendwie meine Erregung zu verdecken. Sie bemerkte das, öffnete die Augen und gab meine Hände weg, dabei erblickt sie meinen halb erregten Schwanz. Sie lächelte und fragte mich was denn los sei....ich sagte ihr, dass ihr Traumkörper mich ganz verrückt macht ,weiters fragte ich sie auch ob sie denn gar nicht erregt sei. Sie gab mir keine Antwort.

Danach war kurze Stille, plötzlich erhob sie sich, drehte sich zu mir rüber und setzte sich auf mich. Sie lehnte sich vor, und flüsterte mir ins Ohr:"Natürlich bin ich erregt!" Ihre Muschi war jetzt ganz nah an meinem Schwanz ich konnte ihr heiße Spalte förmlich schon spüren. Sie ergriff mit ihrer Hand meinen halbharten Schwanz und fing an ihn zu wichsen. Im selben Moment musste ich leicht stöhnen, danach hatte ich kurz bedenken ob man uns nicht sehn oder hören könnte. Ihr war es scheinbar egal, denn sie wichste immer schneller. Danach ließ mich auch ich ganz fallen, und fing an sie zu streicheln und küssen. Ich strich von ihren harten Nippeln aus abwärts in Richtung der Lusthöhle, ich fuhr mit 2 Fingern über ihre Spalte und bemerkte dabei, dass sie schon unglaublich feucht war. Ich blieb kurz dort und streifte immer wieder über ihren Kitzler, sie stöhnte dabei mehrmals auf. Susi wurde immer feuchter, und ich im Gegenzug immer härter. Plötzlich bemerkte ich wie sie noch lauter stöhnte und ihr Körper anfing zu zucken, ich glaub sie wollte allerdings noch nicht kommen. Deswegen zog sie meine Hand weg, nahm meine Finger in ihren Mund, und flüsterte mir wieder ins Ohr:"Kannst du dabei leise sein?" Ich wusste sofort was sie meinte, sie packte meinen Schwanz und führte ihn sich langsam ein, es war ein atemberaubendes Gefühl, außen heiß und innen noch viel heißer, ich musste mich in diesem Moment echt beherrschen um nicht gleich zu kommen! Als ich ganz in ihr verschwunden war, atmete sie laut durch, hob ihr Becken und fing an mich zu ficken. Ich küsste währenddessen ihre Brüste. Es war einfach eine wahnsinnig geile Situation, wir bemerkte auch gar nicht, dass wir immer lauter wurden, und sie schon bald richtig laut stöhnte!!Wir trieben es jetzt richtig hart, als ob wir alleine im Dampfbad gewesen wären und ich war auch schon knapp vor dem Höhepunkt als ich plötzlich eine Stimme hörte:" Können sie das lassen, man hört das im ganzen Raum!" Es stand ein junger Mann neben uns, im ersten Moment waren wir total geschockt und waren sofort still. Susi erblickte allerdings sofort, dass ihn die Situation doch ziemlich angeturnt haben muss. Ich schätz mal er war so Anfang 30 und doch ganz stattlich gebaut, sie forderte ihn dann auf sich neben uns hinzusetzen. Im ersten Moment zögerte er kurz, dann nahm er Platz.

ich hatte keine Ahnung was sie jetzt vor hatte, mir war das Ganze in diesem Moment schon ziemlich peinlich, sie allerdings dürfte schon andere Pläne gehabt haben.
Sie sagte zu ihm, dass er sich das jetzt ganz genau anschauen soll, und ruhig sein soll.
Susi hob ihr Becken wieder und wir fickten weiter. Ich war noch immer so hart wie zuvor, und ihre Lusthöhle lief formlich aus. Ich merkte dass unserem Zuseher das Ganze immer mehr gefiel, er hatte jetzt schon ne richtige Latte, das bemerkte natürlich auch Susi, orgasmus teen sich jetzt mit der linken Hand seinem harten Schwanz zuwendete. Sie fickte jetzt mit mir und wichste im gleichzeitig seinen riesigen Penis. Die Situation war für alle Beteiligten jetzt einfach nur mehr geil, und Susi stöhnte auch immer lauter auf, ich merkte dass sie knapp vorm Höhepunkt stand, deshalb stieß auch ich jetzt immer härter von unten meinen Schwanz in ihre Muschi. Sie stöhnte ein letztes Mal laut auf, dann begann sie am ganzen Körper zu zittern und kam zu ihrem ersehnten Höhepunkt. Sie stieg dann von mir runter, setzte sich zwischen uns hin und wichste jetzt mit beiden Händen die zwei Schwänze. Ich bemerkte jetzt an meinem Schwanz wie unglaublich feucht sie gewesen sein muss. Sie wichste uns jetzt immer schneller, ich konnte es keine Sekunde länger aushalten, dann kam auch ich zu meinem Orgasmus. Natürlich durfte sich dann auch noch unser Beobachter freuen. Anschließend verließen wir das aufregende Dampfbad und gingen unter die Dusche. Bei den Liegen angekommen, meinte Susi plötzlich sie müsse mir was wichtiges erzählen...

Mittwoch, 27. November 2013

Nerven. Ich war



Geschichte:
Die letzten Sommerferien meines Lebens waren diejenigen, auf die ich mich am wenigsten gefreut hatte. Das war letztes Jahr, ich war achtzehn und wollte eigentlich mit meinen Freundinnen nach Mallorca, Youporn meine Eltern waren strikt dagegen. Als ich meinte, ich wäre volljährig und könnte auch einfach selbst entscheiden, dass ich sie nicht auf ihren geplanten Familienurlaub begleite, drohten sie mir frech an, mir meinen Führerschein nicht zu finanzieren. Sie wussten ganz genau, wie wichtig mir ein Führerschein war und dass ich ihn nicht riskieren würde. Also bestand mir ein trister Urlaub mit meinen Eltern bevor, die noch dazu wenig von Kontakten zu Jungs hielten, Donne Nude im Gegensatz zu mir.

Ich muss dazu sagen, dass meine Eltern bei meiner Geburt relativ alt waren und dass sie längst dachten, dass sie kein Kind mehr bekommen würden, als meine Mutter überraschend doch noch mit mir schwanger geworden war. Die Freude war riesig und so wurde ich das umhegte und besonders behütete Mädchen geworden. Trotz all der übermäßigen Bemutterung wurde ich eine selbstbewusste junge Frau, die sich längst eingeengt fühlte. Dennoch nahm ich den Urlaub mit den Eltern auf mich, denn ich brauchte einen Führerschein und selbst konnte ich ihn mir nicht leisten. Also ging es im Sommer nach Österreich, ausgerechnet in das Alpenland, fernab von Sonne, Strand, Meer und süßen Jungs.

Es war mir tierisch langweilig in Österreich und die Wandertouren gingen mir ziemlich auf die Nerven. Ich war entschlossen, mir irgendein Abenteuer zu verschaffen, das mich an diesen Urlaub am Ende doch noch glücklich zurückdenken lassen würde. Es war aber nicht einfach, denn ich musste sogar das Hotelzimmer mit meinen Eltern teilen. Vielleicht sah mein Vater aber auch, dass ich wirklich unglücklich war und so gestattete er mir, dass ich mit einem anderen Mädchen in meinem Alter, die an unserem Urlaubsort wohnte und im Hotel regelmäßig aushalf, wenn Not am Mann war, eigenständig die Gegend zu erkunden. Zugegeben, viel war nicht geboten, aber ein Badesee in der Nähe war unser Ziel.

Ingrid und ich freuten uns tierisch, denn wir verstanden uns auf Anhieb. Sie träumte von mehr im Leben, als davon, was ihr augenblicklich geboten war. Ich bin fest davon überzeugt, dass sie eines Tages ihre Sachen packen würde, um die große Welt zu erkunden. Aber vorerst blieb uns nur der Badesee, der zugegeben wirklich schön war. Noch schöner waren die Jungs, die Ingrid kannte und in ihrer Clique waren. Den österreichischen Dialekt fand ich einfach süß und mir fiel vor allem Anton ins Auge, der mich immer so nett anlächelte und auf seine unbeholfene Art mit mir flirtete. Er sah wirklich lecker aus in seinen Shorts, wenn er in den See sprang, und ich versuchte, mich in seiner Nähe aufzuhalten. Ja, in diesen Jungen verliebte ich mich sofort. Er war drei Jahre älter als ich und wie ich von Ingrid erfahren hatte, hatte er in der Vergangenheit schon ein paar Freundinnen.

Auf eine lange Beziehung hatte ich es nicht abgesehen, dafür war ich zu realistisch. Aber ein Abenteuer, eine Urlaubs-Liebe, das stand mir im Sinn. Doch der Tag ging vorbei und ich musste mit Ingrid zurückkehren zu meinen Eltern. Wir waren pünktlich und daher rechnete ich mir Chancen aus, dass ich am Abend vielleicht doch noch mit Ingrid in die Diskothek gehen dürfte. Sie waren sehr skeptisch, als ich mit Ingrid an meiner Seite darum bat, aber die Österreicherin leistete ganze Arbeit und überzeugte sie doch noch. Freudig fiel ich meinen Eltern um den Hals, dann ruhte ich mich für den Abend aus, machte mich schick und Ingrid holte mich ab.

Ich hoffte sehr, dass Anton auch da sein würde und nach einer Stunde tauchte er auf. Verdammt arg kribbelte es nicht nur in meinem Bauch, als er mich zum Tanzen aufforderte, ziemlich altmodisch, aber süß. Dann wurde ein ruhiger Song eingespielt und er fasste mich an der Hüfte. Eng schmiegte ich mich an ihn, unsere Leiber berührten sich und meine Arme lagen um seinen Hals. Aber eine wahre Gefühlsexplosion erlebte ich, als er mich küsste. Und er konnte richtig genial küssen, so dass ich alles vergaß. Die warme Sommernacht lockte uns aus der Diskothek und Ingrid lächelte mir hinterher, wie ich noch aus dem Augenwinkel erkennen konnte.

Wir gingen ein Stück, bis wir gut geschützt vor Blicken an einer Bank ankamen, wo wir uns nieder ließen. Wieder küsste mich Anton und ich spürte, wie er meinen Rücken streichelte und sich bald zu meinen Teen Titten vorantastete. Ich atmete schwer, als seine Hand unter mein Shirt rutschte und meine nackten Nippel berührte, das Hemd hochschob und sie küsste. Ich war zu allem bereit, ich wollte ihn spüren, so nah, wie man einen Menschen nur spüren kann. Erst streichelte ich seinen Oberschenkel, bis ich mich an andere Regionen traute, die hart und fest die Hose ausbeulte. Nun stöhnte auch er leise, als ich seinen Riemen rieb und ihn schließlich auspackte. Sein pochender Schwanz trieb mir die Geilheit in die Muschi und seine Hand, die unter meinem Rock den Slip an die Knöchel zog, um meine blankrasierte Muschi zu verwöhnen, ebenso.

Mit geöffneten Beinen genoss ich seine gefühlvollen Finger, die meinen Kitzler so geschickt streichelten, dass ich mich nicht mehr bitten ließ. Anton saß auf der Bank, ich strampelte meinen Slip von meinen Knöcheln auf den Boden und setzte mich auf seinen Schoß. Sein Schwanz drängte hart gegen meinen Schamlippen, die sich feucht und willig öffneten und sein Gemächt einließen, dorthin, wo ich ihn haben wollte. Es war ein herrliches Gefühl ausgefüllt vom schönsten Jungen der ganzen Gegend zu sein. Langsam bewegte ich mein Becken auf und ab, vor und zurück, ich war so geil und ich spürte deutlich seine Erregung, die uns schier wahnsinnig werden ließ. Seine warmen Hände auf meinem Po und dann wieder an meinen Brüsten ließen mich beben. Fordernder vögelten wir, in Ekstase und mir war klar, dass es mir bald kommen würde. Mit voller Gier bewegten wir uns darauf zu und just, als ich mit einem lauteren Stöhnen pochend kam, zuckte sein Schwanz tief in mir und seine Hände drückten meinen Arsch hart, als er mich vollspritzte.

Wir kuschelten und streichelten uns, Anton gab mir ein Taschentuch zum abwischen, dann zogen wir uns an und erschrocken merkte ich, wie spät es schon war. Wenn ich Anton noch öfter sehen wollte, musste ich schleunigst mit Ingrid nach Hause, die schon auf mich wartete, als ich in Antons Arm bei der Disko ankam. Zum Glück waren wir pünktlich und ich durfte jeden Tag in die Disko und Anton war da. Es waren die schönsten Nächte meines Lebens mit ihm und ich denke immer wieder an diesen Österreich-Urlaub nur wegen ihm zurück.

Sonntag, 24. November 2013

looking after herself. Aunt



As a teen, I spent many a year holidaying at my Aunt Sue’s. Not all year, but a week here and there, usually over our hot Summer months around Christmas. Aunt Sue was my Mom’s elder s****r, and had always been my favourite....I guess it was because she used to refer to me as “her little man”.
Hello, my name is Timothy, or Timmy as my Aunt liked to call me.
Aunt Sue was widowed; U. Jim had passed away at an early age, electrified at his work. Aunt Sue never really recovered all too well, not even bothering to try the open field again. My visits, at Mom’s encouragement, were, more or less to keep tabs on her, ensure she was looking after herself.

Aunt Sue was always quite open around her house, happy that I would come and visit, always willing to be a shoulder if I needed it. She would often get around in just an open, loose summer night gown, over her lacy summer nightie. It was never a big deal to me, and something I barely noticed till a few years had transpired....

That was when I first discovered girls......I began buying the soft core porn mags of the time, usually filled with gorgeous babes with ample breasts and glorious hairy bushes. This was back in the days when hair down there was the norm, and a young (u******e at that time) guy could buy “soft core” mags at the local service station...

I had smuggled a couple into my over night bag whilst packing at home, hoping Mom didn’t walk in my room at the wrong time....thinking it would give me something to jerk off at while visiting Aunt Sue. Jerking off was a favourite pastime I had been enjoying for a while. Not an exhibitionist by any means, but I nearly got busted by Mom on several occasions...The only person (female) to ever get a glimpse of my young manhood was our beautiful neighbour. She caught me one day sitting at my desk fantasizing about her of all things...She had paused at the railing of her balcony, some 100 metres away and ogled me for about 10 minutes, till I blew.

Though I try not to show it, keeping my tool under cover is tough......see, I was gifted with a pretty large tool. Flaccid, it hangs around 6 and a half inches, when fully boned up, I measure an incredible 10 and a half. More than a young guy should have to grow up with, and for many years I actually did not like going into showers within a group, like football or any sport type things. It was just too embarrassing.....So, I kept to myself, happy to give it a workout when ever time allowed, being ever so cautious not to let Mom catch me. My neighbour spotting me gave me a new outlet though, so I found out.......

On arrival at Aunt Sue’s, she showed me to my room, the same room I had stayed in year after year....She had recently had the old beach house done up. A fresh coat of paint really did wonders to the place. My room, even had a new bed.....a single bed no less, but it really added to the new “feel” the place exuded. I dumped my stuff on the bed and followed Aunt Sue out to the kitchen. She had prepared for a cuppa by boiling the kettle. I sat at the new glass top dining table and waited eagerly. Aunt Sue soon followed carrying a fresh cuppa for us both. We sat and chatted, catching up on what me and Mom had been up to. How’s school going, how is my stamp collecting going (she had some new stamps for me)...How is Mom liking her new job? It was all friendly chit chat until she pipes out with, “Do you have a girlfriend yet?
I think she was shocked (?) when I answered “No”. Bowing my head in mock shame.

“I haven’t really thought that much about girls” I lied.....
“Well then, young Jenny Smith next door is still available”, “She is such a sweet k**, would you like me to ask her Mom if she can come over and see you?”
“No no, that’s ok” I blurted out. My mind was buzzing......
“It’s just that......young girls don’t interest me that much” I told her.
“Oh darling, you aren’t bending the other way are you?”........Sweet fuck, my aunt now thinks I’m gay!
“No” I told her, “It’s just that, young girls, well.....they’re just too girly, if you know what I mean”
Oh yes, I think she was on my page then. “Would you just like Mrs Smith to come over then?” Aunt Sue asked, a small grin appearing. We both laughed out loud.

We finished our cuppa and continued about as usual. I went outside to explore the garden, Aunt Sue busied herself cleaning and general tidying up around the home.
When I went back inside, Aunt Sue was bending over the side of the couch picking up the TV guide. The hem of her short night coat stretched up over her bum exposing the back of her shapely thighs to me. I caught a glimpse of hair protruding from beneath her panties. Wow, that was something only ever seen in my magazines, now it was in front of me.....in the flesh. As you may imagine, I wooded up straight away.
I carefully walked passed behind without Aunt Sue hearing, straight to my bag of girlie mags. Then I made a dash for the toilet. I had to get some relief. Before I hit even 12 strokes, I blasted a good volley of shots straight into the bowl. Or so I thought.......Seems I missed the first two blasts, landing on the floor beside the bowl while I still had my eyes closed......oops.

And yes, A. Sue found it. The next morning as I was making my way to the kitchen, I glanced into the open toilet/bathroom door and saw A. Sue down on hands and knees, cleaning my mess. Sensing me behind her, she swung around and propped with her arms on one knee, saying, “Hi honey, I’m not sure what got spilt here, but it’s terribly gooey...””Give me a moment and I’ll get some brekkie going”. Her robe had fallen open allowing a great frontal view of her white lacy panties, a huge black triangle lay beneath.....Oh shit, it’s getting hard again......I retreated to the kitchen, Aunt Sue was close behind saying “Do you still prefer cream on your cereal?”.....
As we sat, I could easily see her exposed panties through the clear table top. I tried my hardest not to look, as I knew she would surely notice if I got a hint of a boner.
As we talked some more, Sue raised one leg, she was checking her toes....the toenails needed repainting I guessed? She rested her foot on the edge of the chair, this exposed her thighs in a fairly obvious, open way. There was an abundance of hair spilling from the edges of her panties. I was fixated.........Aunt Sue knew exactly what she was doing, and appeared to not be concerned that I was right there. I let my bulge grow, trying to push the scene as far as I dared....Now, at three quarter hard, my cock was very easy to see, resting down the inside leg of my boxers, the skin covered tip just poking his head out. I gave it a twitch; it felt like a lurch and throbbed. A small amount of pre-cum oozed out and fell to the chair I was seated at. I watched intently as Aunt Sue ever so slightly, adjusted her head and gaze. Her mouth was open.
Not a word was spoken; Aunt Sue just got up and retreated to her room.

Oh fuck! Just great dickhead...Now you’ve gone and spoiled everything with Aunt Sue. I could not believe I was so dumb. I got up to follow her, wanting to apologise for my gross act of exuberance......As I neared her bedroom door, her muffled groans were easy to hear. Oh my God, she was masturbating....My mind raced, imagining her thrusting her fingers into her hairy cunt. Rubbing her giant clit til it was sore, my boner was yelling at me for more relief, so I made a quick walk for the toilet again.
This time I made sure I didn’t miss, and shot way more than I ever had. Well, my aim wasn’t perfect, but I saw it myself this time and cleaned up.

The “incident” was never talked of and we both carried on like we had in the passed. Next morning, as we sat having toast, Aunt Sue let her robe fall to the sides again, giving me another chance to ogle her panties and bush. Wow, she is either not realising, or she is happy for me to check her out, I thought the latter was more like it..

I decided to get in first today, excusing myself from the table, “toilet time approaches” I said, really in need of a pee. I was still soft which was good in my eyes. I went to my room to get a mag (something to blow into) and noticed one laying beside my bed? I know I hadn’t left it there.......Aunt Sue must’ve found it and left it there, so I “would know, that she knew”...........My cock stirred.
I went to the toilet and purposely left the door ajar. I had a good stream going, waving from side to side, hearing it echo in and out of the water made me chuckle. As I was finishing up, a few healthy “shakes” felt good, so good that I began to firm up. My mind raced, filled with thoughts of Aunt Sue masturbating the other morning. Pacing myself, I wanted this to last....hoping, wishing for my aunt to “walk in”......
I heard a faint knock on the slightly ajar door, with a “Honey, are you in there?” from Aunt Sue, as she was pushing it open...Not knock, then enter.....
From the doorway, Aunt Sue got a great look at my fully bloated cock, just as I turned, a HUGE gusher of cum flying all over the place.
Fainting embarrassment, I stammered a feeble “Oh shit, sorry Aunt Sue”
A couple of blasts covered the 2 metres between us and hit her knee and shin. One even got the hem of her nightie.
She apologized for just barging in and retreated. She was wiping her leg as she left.

Later that morning, after what seemed like an eternity, Aunt Sue come into the lounge room where I was sitting, just glancing through the TV guide. She had changed into a loose T-shirt and a tiny pair of cut-off jean shorts, way before Daisy Duke made them famous.
She sat in the chair opposite and crossed her legs.
She said, “Aren’t you ashamed of yourself, exposing that.... thing, to your old Aunt?”
“And I have seen those magazines you read, you dirty little brat”
“What have you got to say for yourself? I should tell your Mother”

As that last question rolled off her tongue, Aunt Sue uncrossed her legs and slid forward in the chair. Sitting with her legs slightly parted, she then reclined back, making her hips extend towards me. Her legs opened wider......The shorts were that short, hair from her cunt was visible to me, as she was no more than 4 feet away.
Lots of hair......My gaze was fixed.
“Do you fantasize of something like this?” she said, moving her hand down to her crotch. Gently she manoeuvred two fingers into her shorts leg. I could see the outer folds of skin as she probed deeper.
“Take it out and show me how you stroke it please Timmy”
Like.....What? Did I just hear that right, or was I in a state of drowsiness...

“Take it out.......please” came the request again, jogging me out of my daze.
I obliged, my still flaccid cock (in shock I think) hung loosely down my inner leg. My heavy ball sack resting easily on the chair, I pushed my shorts right down, not wanting Aunt Sue to miss a thing.
I began slowly stroking my soft cock, stretching it, massaging it to life. Aunt Sue was caressing her breasts, nipples aching for release. Her breathing was shallow, barely audible at all. As I started to grow, pre-cum oozing from the tip, a soft murmur escaped her lips. With her free hand, she undone the button on her shorts, pushed them down, giving a better view of the faint hair trail leading up to her naval.
I began stroking harder, almost molesting my poor cock, it responded by fulfilling its mighty 10 and a half inches with ease. Fuck, today I think it might be eleven......

Aunt Sue got up from her chair, stepped towards me and pushed her shorts and panties all the way down, then stepped out of them. She had raided her top up over her ample bosom as well, nipples standing a good 15mm tall. Sweet fuck, I was gonna die......
She stood above me, gently lowering her body she said, “This never happened, ok?”
I held my breath as her glorious hair covered cunt come into contact with my swollen head. It gently pieced her lips, struggling to get inside, this, despite how wet she felt.
“Oh shit” she gasped, her head sinking to my shoulder. “No, no I can’t”.....
“You’re just too big, and I’ve had nothing but my fingers inside for years...” she trailed off.
It was too late for me, I placed my hands on her hips and gently pulled down. Under protest, Aunt Sue let me get the first two inches in. Fuck, she was tight. Sue slipped a hand down, trying to stimulate some more of her own juice, even with my cock now pumping copious amounts of pre-cum, she was still struggling...
Soon, something gave, and she slipped down a bit more, now with nearly half my cock inside. She had come, ever so gently, but it was enough to get the juice flowing.
Sue said, “Oh my God, that’s still only half way”, as she looked down.

It was ok by me, at least I had some good pressure along a good part of my shaft now, and I began thrusting up, in and out, watching my cock penetrate my Aunt. Sue was going crazy, flailing her head around, working vigorously at her enlarged clit, getting wetter and wetter the longer we went. Again she wailed” Fuck, I’m coming again”.
This time she produced a good shower of juice, a woman’s cum shot if you will...
I couldn’t believe it, Aunt Sue had squirted! Squirted all over me.
While she was still writhing, still cumming, I pulled out and treated her to a massive blast. I blew it up het tummy, covered her glorious hairy cunt, plastered her face and forehead, and managed to fuck a good deal of new carpet.

I think the new carpet was what broke her. She explained how much it had cost and that I’d be spending many long summers here, doing odd jobs and chores for her, in an attempt to pay her back.

Punishment? You be the judge.

Porno Filme

selbst überlassen. Sie



Ich saß alleine in dem Konferenzraum. Verlassen von Erfolg, scheinbar treuen Kollegen und meinem Selbstbewusstsein. Wie stark ich gefallen war, zeigte sich schon an meiner Reaktion, als mir Tatjana am Telefon verkündete, dass meine Eltern bei mir in der Wohnung angerufen hatten und sie und mich zum Essen eingeladen hatten. Mein Gedanke war nur: Ohne genug Alk stehe ich den Tag nicht durch und Zigaretten sind auch aus.
„Ich habe zugesagt. Heute Abend um 19 Uhr sollen wir dort sein.“
Ich hatte ein flaues Gefühl, sagte aber dennoch „Okay.“
„Aber davor müssen wir noch ordentlich vorsaufen, sorry, aber die sind bestimmt uncool und ohne Alk schaffe ich das einfach nicht.“, sagte sie und ich hörte wie sie aus einer Flasche trank.
„Ich auch nicht.“, sagte ich und verließ den Konferenzraum. „War ein beschissener Tag bisher.“
„Warum?“
„Habe die Stelle nicht bekommen, sondern die Schlampe Jennifer.“ Einige Kollegen blickten mit hochgezogenen Augenbrauen zu mir, als sie hörten, wie ich über meine Kollegin sprach.
„Scheiß drauf. Heute machen wir erstmal Party.“, sagte sie und erneut trank sie.
„Was trinkst du eigentlich?“
„Wodka, was sonst.“
„Tatjana, es ist gerade mal 10.“, sagte ich und tigerte den Gang auf und ab.
„Ja, eigentlich schon voll zu spät fürn Schluck.“
„Nein, eigentlich meinte ich…ach, egal.“
„Na endlich begreifst du es.“
„Was denn?“
„Also, pass auf: Es ist doch eigentlich total egal wie heftig du arbeitest. Es juckt am Ende sowieso keinen. Du bist da irgendein Banker unter vielen. Also mach dir jetzt keinen Kopf, sondern hau ihn dir richtig zu!“, sie lachte, trank und zündete sich eine Zigarette an. „Denkst du echt jemand gibt irgendwas darauf, dass du Martin der „Große“ bist?
„Ja, meine Eltern, Kollegen.“
„Die wollen doch nur mit dir angeben. Schatz, du hast doch echt keinen wirklichen Spaß dort. Wenn ich sehe wie oft du abgekämpft nach Hause kommst und ich dich erst aufmuntern muss mit Woddi dem guten Freund und meiner nassen Fotze, da kommt man echt ins grübeln.“
„Du verstehst das nicht, ich meine du…“,dann unterbrach sie mich.
„Pass mal auf. Ja, ich arbeite nicht, weißt du warum?“
„mh?“
„Weil es keinen Spaß macht. Jeden Tag den Deppen zu spielen, immer nach den Regeln zu leben. Scheiß doch drauf. Und du? Wann bist du mal locker? Wann genießt du das fucking Leben?“
„Ich genieße öfters mein Leben.“
„Aber wie? Ja klar, ich meine du hast Geld und alles, aber wen interessiert das? Ich wette du bist müde und denkst gerade daran erstmal eine zu rauchen, stimmst“?
„Ja.“
„Gut, pass auf, ich schminke mich noch schnell und wir treffen uns in vier Stunden an der Rheineckerstraße.“
„Was ist da?“
„Das siehst du dann. Also in zwei Stunden dort, kannst du nicht verfehlen.“, dann legte sie auf.

Die Straßen waren verkommen, eine kleine Imbissbude stand zwischen zwei eingefallenen Häusern. Alles schien verlassen, nur einige Katzen schlichen zwischen den Gemäuern auf der Suche nach Nahrung umher. Nur ein Fleck war lebendig. Die Imbissbude mit dem wenig einladenden Namen „Wursti“.
Ich stellte mein Auto neben eines der Häuser ab und schlenderte zur Imbissbude. Mit meinem Anzug war ich hier völlig fehl am Platz. Zwei völlig betrunkene Kerle musterten mich finster. Eine Frau in einem lila bauchfreien Top und Leopardenleggins schluckte vier Kurze hintereinander. Ihr grellrotes Haar flatterte im leichten Wind, während sie die Augen genießerisch schloss. Dann zündete sie sich eine Zigarette an und stieß den Rauch in die Richtung der zwei Betrunkenen.
„Ähm, ein Bier bitte.“, sagte ich.
„Ein Bier und ein Wodka für dich.“, gab es als Antwort.
„Ich bin aber mit dem Auto da.“
Schallendes Gelächter der umherstehenden.
„Siehst du hier jemanden den das interessiert? Entweder Bier und Wodka oder gar nichts, so sind die Spielregeln, du Anzug.“
Ich nickte. Da musste ich wohl durch. Genauso wie ich vor wenigen Stunden in der Filiale angerufen hatte und mich krankgemeldet hatte. Natürlich würde jeder sagen „Der Dehring kann die Enttäuschung mit der Beförderung nicht verkraften und hat sich deswegen krank gemeldet.“ .
Wenn die wüssten, dass ich gerade im Begriff war am Nachmittag mich völlig abzuschießen.
Von Tatjana war keine Spur. Ich nippte am Bier.
Der Kerl in der Imbissbude sah mich verdutzt an.
„Kumpel, erst den Wodka und dann das Bier. Dafür nimmst du gleich zwei Wodka..und beide ja schön leer trinken.“, sagte er und schob einen zweiten kleinen Becher zu mir.
Ich blickte mich um und scheinbar blickten alle zu mir. Es war eine Art Prüfung.

-Würde der Anzug wirklich sich hier die Kante geben und am helllichten Tag saufen?-

Der Anzug tat genau das. Ich kippte die zwei Wodka herunter, spülte mit Bier nach und bemerkte sofort die aufkommende Wärme. Wenn der Tag schon beschissen lief, dann aber richtig.
Die Rothaarige kam zu mir getorkelt.
„Gibste mir einen aus?“, fragte sie und ich vernahm den abgestandenen Duft von Zigaretten und Alkohol.
„Klar, was willst du denn haben?“
„Strohrum, aber drei Stück.“, sagte sie und hielt vier Finger in die Luft. Ich blickte zu „Wursti“, oder wie auch immer der Kerl hieß und er wandte sich um und holte vier Becher.
„Der letzte geht auf’s Haus.“, sagte er und zwinkerte mir zu. Ich prostete der unbekannten „Dame“ zu und kippte den Inhalt hinunter.
Die Hitzebombe in mir explodierte, brannte sich vom Hals abwärts nach unten. Der Rum verbannte alle geschmacklichen Nuancen aus meinem Mund und erzeugte nur ein taubes Echo. So wie meine Persönlichkeit immer tauber, dumpfer verwahrloster wurde.
„Meine Tochter ist jetzt 16 und schon Schwanger.“, erzählte mir die Rothaarige. „Genau wie ich damals. Und was ist aus mir geworden? Ich genieße!“, sie lachte kehlig.
„Ey, da ist ja die Hübsche!“, rief irgendeiner vom Imbiss herüber und unterbrach die Rothaarige. Ich drehte mich um, bemerkte erst jetzt, wie angetrunken ich wirklich war und wie schwer es meinem Körper fiel das Gleichgewicht zu halten.
Tatjana kam auf die Imbissbude zugelaufen. Ein bauchfreies Leopardentop, eine enge Latexleggins und 12cm hohe Heels umschmückten diese dauernuttige Gestalt. Ihre sonstige Frisur, schwarze Haare- rote Strähnen, war nun völlig verändert. Sie hatte sich die Haare blondieren lassen. Sie waren gebleicht, und zu einer weißen Farbe verkommen.
Als sie mich küsste schmeckte ich Wodka und Zigaretten.
„Hi ihr Süßen!“, sagte sie und umarmte jeden an der Bude.
Wursti gab ihr sogleich einen doppelten Wodka den sie hinunterkippte.
„Danke, den habe ich jetzt gebraucht.“
Sie zündete sich eine Zigarette an, gab ein Handzeichen und bekam prompt eine ganze Flasche Wodka gereicht.
„Geht auf ihn.“, sie deutete mit dem Kopf flüchtig zu mir und zwinkerte mir zu.
„Wo warst du die ganze Zeit?“, fragte ich.
„Na, ich brauchte eine Typ- Veränderung.“
Alle fingen johlend an zu lachen.
Sie verdrehte gespielt genervt die Augen.
„Jaaaa ok, ich gebe es zu, der Kerl konnte geil ficken.“
Alle grinsten verschwörerisch. Tatjana hielt sich die Flasche an den Mund und nahm einige Schlücke, als sie abgesetzt hatte, war der Pegel von dem Kartoffelwasser schon unter den Flaschenhals gesunken.
Einer rief: „Mensch Tatjana, was ist das denn für ein geiles Tattoo?“
Er deutete auf das Arschgeweih, das in Form von B-I-T-C-H auf ihr tätowiert worden war.
„Du bist ja wirklich eine ziemliche Schlampe.“
Anerkennende Pfiffe kamen von den anderen.
Mittlerweile war unsere Traube auf sieben Leute angewachsen. Zwei Frauen, Tatjana und die Rothaarige, die sich als Jaqueline vorgestellt hatte, und wir fünf Kerle.
Tatjana rieb über ihre Latexleggins und dann begann es…
Im Nachhinein kann ich gar nicht sagen wie es wirklich angefangen hat. Auf einmal lagen wir auf der Wiese neben dem Imbiss, zwischen zerfetzten Gartenstühlen und anderen Müll. Mit hartem Alkohol und Zigaretten bewaffnet fickten wir uns die Seele aus dem Leib. Fast war es wie ein Wettkampf, wer die beiden Fotzen härter fickte. Wursti fickte Tatjana vor meinen Augen, was mich unheimlich aufgeilte. Sie lag auf der Wiese, das Top nach oben verrutscht, die Titten lagen frei, die Latexleggins war am Schritt zerrissen und Wursti presste seinen übergewichtigen Körper immer wieder auf sie drauf, stach mit seinem Schwanz immer tiefer in die Fotze und dann verharrte er kurz, gab einen kehligen Schrei von sich und rollte sich zur Seite. Schon war der nächste Typ dran. Diesmal ritt Tatjana einen dürren Kerl. Sie war völlig manisch und wollte immer mehr Ficksahne in sich haben. Die Schminke verwischt, die Haare mit Sperma verkrustet, ritt sie den Kerl bis zur Besinnungslosigkeit. Dann schrie sie ihren Orgasmus heraus. Und obwohl sie schon das zweite Mal gekommen war, ritt sie weiter auf dem Schwanz herum. Die Rothaarige war nicht besser dran. Ihr dürrer, rippiger Körper war zu Höchstleitungen bereit, solange sie genug Rum und Schwänze bekam. Ich hielt ihr den Alkohol hin, sie nahm einen Schluck. „Nicht herunterschlucken, Schlampe.“, hörte ich mich. Ich stand neben mir, war nur noch Teil dieses abartigen Fickspiels geworden. Jaqueline starrte mich mit einem glasigen Blick an. Ihr Ausdruck verriet nur eines: Fick mich!
Dann wichste ich meinen Schwanz und spritze in ihr Maul. Die Mischung aus Rum und Sperma gurgelte sie kurz und schluckte sie dann herunter.
Tatjana fickte sich unterdessen durch die zweite Runde der Männer. Wie ein Raubtier nahm sie sich einen nach dem anderen vor. Überall hatte sie Spermafäden, die Haut war leicht gerötet von den Berührungen der Kerle. Meine Freundin war wirklich nur eine billige Ficksau.
Erst nach Stunden beendeten wir die Orgie und am Ende lagen wir halb bewusstlos im Gras.
Ich hörte mein Handy klingeln. Aus weiter Entfernung schwappten die Töne zu mir. Ich robbte zu meiner Hose, die zwischen Flaschen lag.
„Hallo?“, lallte ich.
„Martin? Ich bin es deine Mutter. Ist etwas passiert?“
„Neee….Mama…alles is okeeeeee!“
„Bist du betrunken? Ich mache mir wirklich Sorgen Schatz. Ihr wolltet uns doch besuchen.“
Eine Hand ergriff meinen Schwanz.
Ich blickte Tatjana ins Gesicht. Sie grinste dreckig und hatte dabei noch Sperma zwischen den Mundwinkeln.
Dann fing sie an. Meine Mutter stellte besorgte Fragen. Ich antwortete eintönig. Und dann, ich hielt es nicht mehr aus, kam ich und das schrie ich in den Hörer und bevor meine Mutter noch etwas erwidern konnte, legte ich auf und züngelte mit Tatjana herum.

»Aufwachen. Vergessen. Nicht mehr wissen wo man ist, wann gerade ist, sondern nur begreifen, das gerade ist.
Zerfasernde Gedanke durchzucken mein Hirn, wecken es langsam wieder auf. Schütteln mich unsanft im Bett. Zerren an mir, kratzen an meiner Haut. Immer wieder Stimmen, nichts als nervtötende Stimmen, die sich in mein Unterbewusstsein brennen und dann schlug ich die Augen auf.«

Wach.


Ich lag auf einer Couch, die voller Decken war. Mein Blick fiel auf einen Fernseher.
»Bitte kein Porno«, dachte ich.
Es war ein Zeichentrickfilm. Ein kleiner Junge saß davor und hopste mit dem Dino im Fernsehen im Takt mit.

„Heute ist es Morgenstund, heute gehen wir der Sonne auf den Grund. Leuchtend, kräftig, frisch und froh, ja jeden Tag ist es mit der Sonne so… .“

Hörte ich diesen singenden Plastikdino, der dazu noch völlig bescheuert mit den Armen ruderte.

Ich stand auf, das Wohnzimmer war das reinste Chaos. Mein Schädel schmerzte und meine Zunge schmeckte nach Kneipe, dann bemerkte ich, dass es nicht der Geschmack in meinem Mund war, sondern die Wohnung so stank.
Die Couch auf der ich geschlafen hatte war fleckig, der Stoff an einigen Stellen aufgescheuert. Der Wohnzimmertisch war überladen mit Flaschen, halb ausgetrunkenen Gläsern, vollen Aschenbechern und zerknäulten Kippenpackungen. Es sah aus noch schlimmer aus als bei den Breuchs. Die hatten immerhin noch eine Mutter, die versuchte das Haus irgendwie in Schuss zu halten. Aber hier regierte die blanke Faulheit, der blanke Dreck.
Ich ging durch den Raum und kam in einen schmalen Flur. Links und rechts gingen Räume ab. Ich steuerte eine Tür mit der Aufschrift „WC“ an. Wobei das W nur noch blass zu sehen war. Wahrscheinlich waren die Buchstaben mit solchen Fenstermalfarben gezeichnet worden und dann auf die Tür geklebt worden.
Im Bad schlug mir der Geruch von Haarspray, Zigaretten und Pisse entgegen. Ich ließ die Tür offen und pisste im stehen in das verdreckte Klo.
„Netter Schwanz.“, hörte ich jemanden. Ich drehte mich um und pisste mitten auf den Boden.
Ein kichern.
Im Türrahmen stand eine nicht ganz schlanke Frau, die an den richtigen Stellen die richtigen Kurven hatte. Ein schwarzes Glitzertop verbarg die dicken Titten, im Bauchnabel war ein Piercing, ebenso wie in der Unterlippe. Sie trug eine weiße Sporthose, durch die man einen neongelben String erkennen konnte.
„Ich bin Nastja. Die Cousine von Tatjana. Ihr habt ja gestern gut gefeiert.“
Sie grinste und blickte auf meinen Schwanz.
„Und eine ganz schöne Sauerei hast du hier angerichtet. Na ja, das wird Jonas nachher wegmachen.“
„Ähm…wer ist Jonas?“
„Mein Ehemann. Der ist gerade arbeiten.“
„Arbeitest du auch?“
„Nee. Ich bin gerade mal 21, arbeiten kann ich später noch. Meine Fresse, du bist ja ein Stresser!“, sie verdrehte die Augen.
„Und der macht hier auch sauber?“
Sie nickte.
„Und du machst dann…?“
„Ich kümmere mich ums Kind. Hallo? Was bist du denn für ein Idiot? Weißt du wie schwierig das ist?“
Während Tatjana im Bett ihrer Cousine schlief, sah ich wie sich Nastja um das Kind kümmerte: Gar nicht.
Entweder rauchte sie, trank oder glotzte Fernsehen. Wenn das Kind flennte, dann brauchte sie drei, bis vier Minuten um es zu bemerken. Ansonsten war das Kind sich selbst überlassen. Sie war eine von den Müttern, die man im Nachmittagsprogramm sah: Unfähig sich um ein Kind zu kümmern, aber das Kindergeld konnte sie abgreifen und herumficken stand sowieso auf dem Tagesplan.
Während das kleine Kind flennte (ich wies mehrmals darauf hin), schminkte sie sich in aller Ruhe.
„Halt doch die Fresse, ich weiß schon, was ich tue.“, sagte sie.
Dann nahm sie ein Schluck aus dem Glas. Wodka, pur.
„Waldemar hat euch gestern gebracht.“, antwortete sie mir auf die Frage, wie ich überhaupt in das Haus gekommen war.
Ich kam mir fehl am Platz vor. Mitten bei einer fremden Frau, zwischen Unterschicht und dem Ordinären gefangen. Mir fiel ein, dass ich arbeiten musste.
„Willst du ein Schluck?“, fragte sie daraufhin. Wobei es mehr ein Befehl war, als eine Frage. Sie hielt mir das Glas hin. Der Gedanke verflog. Der Wodka brannte kurz, dann aber zog mich dieses billige Stück in ihren Bann. Sie beugte sich vor, als sie gerade das Kind hochnehmen wollte. Der Saum der Sporthose rutschte etwas nach unten und präsentierte mir ihren G-String.
Im nächsten Moment stand ich hinter hier, umfasste ihre dicken Titten, rieb meinen Schwanz an ihr. Ich spürte schon wie mein Schwanz sich danach sehnte meine Ficksahne in das vulgäre Fickloch der Schlampe reinzupumpen. Sie war billig und nur darauf aus herumzuvögeln. Frauen wie sie gaben sich in nichts Mühe. Schule war scheiß egal und arbeiten? Wozu? Hauptsache sie schafften es irgendwann und irgendwo einen Kerl abzugreifen, ihn ein Kind anzuhängen und sich dann wie ein Parasit an den Kerl zu klammern, ihn auszusaugen, bis er finanziell und psychisch völlig am Ende war.
Sie begann ihren Arsch an meinen Shorts zu reiben. Immer fester drückte sie gegen den Stoff.
Dann drehte sie sich um und steckte mir ihre Zunge in den Hals.
„Komm, wir gehen ins Schlafzimmer.“
Der Junge blieb vor dem Fernseher sitzen. Ich wollte kurz etwas einwenden.
„Hey, keine Sorge so habe ich auch gelernt zu leben.“, sagte sie und lachte kurz auf.
Die Bettlaken waren voller Spermaflecken, sogar einige Pissringe konnte ich erkennen. Mittendrin lag Tatjana, nur mit einem dünnen String bekleidet. Sie atmete ruhig und tief.
„Sie hat sich gestern mal so richtig gehen lassen.“, sagte die Nastja und kicherte.
Dann schubste sie mich auf das Bett. Mein Hinterkopf lag auf Tatjanas Titten und ich blickte zu meinen Füßen. Die Cousine kam auf mich zu gekrochen. Dann begann sie meinen Schwanz zu wichsen und blickte mir in die Augen.
„Das gefällt dir, oder? Dich macht das Ganze hier doch schrecklich an. Immer saufen, ficken, faulenzen und dich ganz deiner Geilheit hingeben.“
Ich nickte nur. Mein Schwanz schrie förmlich danach endlich abgemolken zu werden.
„Weißt du, ich habe nichtmal einen Schulabschluss und Jonas der Depp hat mich geschwängert. Na ja, ich habe ihm gesagt ich würde die Pille nehmen. Dafür habe ich jetzt Freizeit und Tatjana tickt genauso. Glaube mir.“
Ich schluckte und sah, wie ihre langen Fingernägel meine Eier massierten und sich in die Haut eingruben. Dann leckte sie über meine Eichel.
Doch anstatt mich Nastja an ihre Fotze ließ, krabbelte sie über mich und schob Tatjanas String zur Seite.
Sie nahm meinen Schwanz und steckte ihn in Tatjanas Loch.
Mit der anderen Hand begann sie Tatjanas Kitzler zu verwöhnen und dann fiel mir etwas ein, etwas, was Nastja gesagt hatte….
„Sie ist so wie ich.“
Pisse, Siff, Suff, das alles war die Welt von Nastja und Tatjana und in diese Welt glitt ich mehr und mehr ab.
— Langsame Stöße—
Sie zerrten mich immer weiter in den Moloch ihrer Triebe und ich konnte mich nicht gegen wehren.
— Ein leichtes Stöhnen von Tatjana—
„Ja, fick sie, fick sie richtig durch! Ich bin so was von nass.“, sagte Nastja. Mein Blick war auf ihre Hose gerichtet. Ihre Hand bewegte sich auf und ab. Das typische Geräusch von Fingern in der Fotze war zu hören.
—Festere Stöße—
Konnte ich überhaupt noch zurück? Gab es noch Möglichkeiten mich aus dieser Welt zu befreien?
Wollte ich das überhaupt?
Meine Muskeln verkrampften sich. Denk nicht nach! Diese Hitze, die meinen Schwanz umklammerte. Die Feuchtigkeit, ihr Fotzensaft, der meinen Schwanz einseifte. Ich musste daran denken, dass sie sich nicht gewaschen hatte. Ich sog die Luft durch die Nase ein. Das Gemisch aus Schweiß und Fotze machte mich völlig Wahnsinnig. Alleine in so einem verdreckten Bett zu ficken machte mich an. Dann kam der Gedanke, unaufhaltsam.
Und als mir die Antwort auf die Frage bewusst wurde, als ich für einen Moment klar sehen konnte wer ich bin und was ich wollte, da kannte ich die Antwort und dann kam ich…
Tatjana blickte zu mir und grinste.
„Das müssen wir gleich wiederholen.“, sagte sie. Nastja beugte sich zu ihr herunter und küsste sie.
„Ich hole was zu trinken.“, sagte sie dann und ging aus dem Dreckloch.
„Gut geschlafen?“
„Ja. Das war geil gestern, oder?“
Ich nickte nur.
„Siehst du. Habe ich dir doch gesagt, du bist so wie ich. Tief in deinem Inneren weißt du das und du weißt auch, dass wir beide füreinander bestimmt sind.“
„Nein, deine Fotze ist glaube ich, für jeden bestimmt der geil ist.“
„Ja. Allerdings. Ich liebe dich.“
Mein Mund öffnete sich und ich wollte gerade etwas erwidern, als es an der Tür klingelte….

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keuchte auf, als



Meine Schwester und ich sind die jüngsten Enkel unserer Großeltern. Wir sind fast im selben Alter wie die ältesten Ur-Enkel. Ich bin in diesem Quartett der Älteste, die Tochter meiner Cousine, sieben Jahre Unterschied, die Jüngste. Und von uns beiden handelt diese Geschichte. Ich kenne sie schon von Geburt an, logisch, aber ich habe sie nie oft gesehen. Meine Familie wohnte vom Rest der ganzen Familie ziemlich weit entfernt. Ein paar Besuche im Jahr, das war’s. Dabei fiel mir natürlich immer sehr deutlich auf, wie sich Sabine entwickelt hatte. Als sie noch ein Kind war nicht so sehr, aber so ab 13, 14 war das interessanter. Sabine wurde nicht körperlich weiblicher, sondern mit Bewegungen ihres Körpers und ihrem Verhalten. Aber mehr als zu denken, ja, die wird mal richtig scharf, war da erst mal nicht.
Ein paar Jahre später machte ich eine Fortbildung, die ging mehrere Wochen und zwar in der Nähe meiner Verwandtschaft. Also wohnte ich dort in der Wohnung meiner Großeltern, die beide leider kurz vorher verstorben waren. Unter mir wohnten meine Tante und mein Onkel, Sabines Großeltern. Es war Anfang des Jahres, Faschingszeit. Ich selbst war damals schon nicht mehr so der Freak, aber ich wurde von Cousins gebeten, zu einem Ball zu kommen, weil sie dort mit ihrer Band spielten. Sie wollten meine Meinung, da ich ebenfalls Hobby-Musiker war. Von einer anderen Tante bekam ich eine Mönchskutte, weil ich eigentlich gar nicht verkleidet hatte hinwollen. Aber gut. Als ich die Halle betrat und an der Kasse zahlte, fiel mir eine Prinzessin auf: Lange blonde Haare, ein Krönchen auf dem Kopf, dazu ein reich verziertes pompöses Kleid in Rosa. Unsere Blicke trafen sich und sie kam auf mich zu. Ich dachte, sie ginge an mir vorbei, doch dann fiel sie mir um den Hals: „Hallo, toll, dass du da bist! Ich hab mich voll auf dich gefreut...“ Ich war völlig perplex und erkannte dann Sabine. Sie war in dem Jahr, in dem wir uns nicht gesehen hatten eine sehr hübsche junge Frau geworden. Sabine war groß geworden, etwa 1,70 Meter, immer noch sehr schlank, das spürte ich bei der Umarmung, ebenso wie den runden Arsch. Aber ich spürte keine Titten unter dem dicken Stoff und auch der Ausschnitt war eigentlich nicht da. Sie hatte ein sehr hübsches, aber immer noch niedliches Gesicht, blaue Augen, eine feine Stupsnase. Wenn sie lächelt, was sie jetzt über das ganze Gesicht tat, kräuselt sich das Näschen. Sabine zog mich sofort mit sich, stellte mich ihren Freundinnen vor. Zwei ebenfalls sehr hübsche Mädels, ebenfalls als Prinzessin verkleidet. Beide waren kleiner als Sabine. Die eine war rothaarig, mollig, mit Rundungen an den richtigen Stellen, einem tollen Dekolleté. Die andere eine dunkelhaarige Schönheit, braungebrannt, glühende Augen und einem sehr verführerischen Lächeln. Ein paar Meter weiter fiel mir eine Gruppe Jungs ins Auge, die mich ziemlich böse anschauten. Sie hatten wohl auf die drei gelauert und dann wurde ich von den Schönheiten mit offenen Armen in die Mitte genommen. Ätsch! Die Mädels zogen mich erst mal zur Bar und wir hoben die Gläser. Es war lustig, Sabine stellte mich als den tollsten Groß-Cousin der Welt hin, dabei kannten wir uns ja nicht so eng. Später schleppten mich die Hoheiten auf die Tanzfläche, meine Cousins spielten auch wirklich gut, und da wurde mir langsam richtig anders.
Schon an der Bar hatte es Tuchfühlung gegeben, kurze Berührungen, da mal ein Hintern an meinem Bein, dort mal eine Hand auf meinem Arsch und auch ich berührte die Mädels, natürlich ganz aus versehen. Beim tanzen aber, ging Sabine in die Vollen. Wie sie sich bewegte, war unglaublich – und sie ließ kein Blatt mehr zwischen uns passen. Die beiden anderen beobachteten uns, hielten aber etwas Abstand. Ich konnte mich aber auch wirklich nur noch auf Sabine konzentrieren, immer wieder rieb sie ihren Arsch an meinem Schwanz, der sich langsam aber sicher aufrichtete. In dem Moment war ich froh, unter der Kutte eine Jeans zu tragen. Ich wurde immer geiler, nur etwas hatte ich Gewissensbisse. Die kamen aber schlagartig zu Tage, als sich mein nur kurz umherschweifender Blick mit dem einer älteren Tänzerin kreuzte: Eine Tante von der anderen Seite der Familie. Missbilligung ist noch nett ausgedrückt. Also beendete ich die Sache recht schnell, verließ die Tanzfläche, holte mir ein Bier und ging erst mal an die frische Luft. Eine Familienaffäre wollte ich nicht heraufbeschwören. Nach zwei Zigaretten ging ich wieder rein und traf die Prinzessinnen an der Bar. Jetzt ging ich auf Abstand, was Sabine gar nicht so toll fand, sie drängte sich immer wieder neben mich und dann fest an mich. Allerdings standen wir auch etwas abseits und waren nicht so gut zu sehen. Aber ich redete mehr mit den beiden anderen und schnell stießen auch andere Kerle zu uns, was mir in dem Fall nur recht war. Der Abend nahm weiter seinen Lauf, war lustig und unterhaltsam. Irgendwann gingen plötzlich die Lichter an. Erst jetzt bemerkten wir, dass die Halle fast leer war und nur noch wenige Grüppchen beieinander standen. Das Signal war eindeutig und alles ging mehr oder weniger schnell zum Ausgang. Draußen verabschiedeten sich dann alle sehr schnell, es war schweinekalt geworden. Sabine hakte sich bei mir ein. „Ich hab leider meinen Schlüssel nicht dabei...“, meinte sie nicht gerade überzeugend. Tja, was soll ich sagen. Natürlich nahm ich sie mit, es sah uns auch niemand mehr. Nur im Haus mussten wir leise sein, meine Tante, ihre Oma, hatte einen leichten Schlaf. In der Wohnung packte ich dann noch einen Wein aus und wir stießen an. Sabine lächelte zuckersüß und doch sehr vielsagend. Dann lachte sie. „Was ist?“ fragte ich. Sie zeigte auf unsere Kostüme. „Du der Mönch, ich die Prinzessin. Du könntest grad mein Beichtvater sein.“ Ich grinste – und wurde sofort ernst. „Junge Herrin, was ist in euch gefahren? Trinket Wein als seid ihr eine Schenken-Dirne...“ Sabine sah mich erst verwundert an, spielte dann aber sofort mit. „Oh Vater, vergebt mir mein Tun, es war doch nur ein Schlückchen. Lasset mich Buße tun...“ Ich sprang auf. „So gehe auf die Knie und bete zum Herrn, unserm Vater, auf das er dir deine Verfehlungen verzeihe...“ sie fiel auf die Knie, faltete die Hände und senkte züchtig den Kopf. „Bitte, ehrwürdiger Pater, erlasset mir das Gebet. Buße kann nur mein Körper leisten, so züchtiget mich...“ Dabei sah sie nur kurz auf und ich sah das fast diabolische Grinsen. Das brachte mich aus dem Konzept und ich brauchte einige Momente, um das zu verarbeiten. „Ääääh... So beuget euch über diesen Sessel, junge Herrin, und empfanget die Strafe für euer frevelhaftes Tun.“
Nur scheinbar ergeben und zögernd warf sich Sabine über die Rückenlehne des Sessels und streckte ihren Arsch in die Höhe. Sie stützte sich auf der Sitzfläche ab, der Arsch wackelte, die langen Beine hatte sie leicht gespreizt. Mann, was für ein Anblick, trotz des weiten Kleides. Ich spürte, wie sich mein kleiner Mönch regte. Ich schlug leicht mit der Hand auf das angebotene Hinterteil. Sabine jauchzte leise. Ich schlug wieder zu, ein zweites, ein drittes Mal. Sabine seufzte jedes Mal auf. „Es scheint euch zu bespaßen, Jungfer, so soll es nicht sein...!“ schimpfte ich – und hob den Rock nach oben. Die „gepeinigte“ Prinzessin quietschte erfreut auf und beeilte sich gleich zu flehen: „Oh nein, ehrwürdiger Vater, haltet ein, füget mir nicht noch mehr Schmerzen zu...!“ Ich reagierte erst mal nicht, der Anblick war eindeutig zu scharf: Sabine trug eine Strumpfhose, recht dick, es war draußen ja kalt, aber doch durchsichtig. Ich sah, dass sie kein Höschen trug. Oh Mann! Die Strumpfhose hatte sich tief in die Arschritze geschummelt, die etwas geöffnet war. Ich trat einen Schritt zurück und tatsächlich, da war das kleine Möschen zu sehen, fest umschlossen vom Stoff der Strumpfhose, aber die Lippen zeichneten sich deutlich ab. Sabine drehte den Kopf. „Ihr werdet euch doch nicht an diesem Anblick ergötzen...?“ fragte sie scheinbar entsetzt. „Schweig, liederliches Weibsbild“, herrschte ich sie an und schlug gleichzeitig zu. Wohl etwas fester als ich eigentlich gewollt hatte, aber sie schrie leise und entzückt auf – und wackelte weiter einladend mit dem Arsch. Ich war erregt und ließ mich nicht mehr lange bitten. Ich klatschte meine flache Hand immer wieder auf den Hintern, mal auf die eine Backe, mal auf die andere, mal etwas fester, mal fast zärtlich. Sabine gefiel es, bei jedem Schlag schrie sie leise oder seufzte. Doch je länger meine „Züchtigung“ ging, umso mehr klang das Seufzen mehr wie ein Stöhnen. Zwischendurch nahm ich auch die Kordel zu Hilfe, die meine Kutte zusammenhielt, was bei der Göre auch ziemlich gut ankam. Allerdings drückte sich mein kleiner Mönch immer fester gegen den Stoff meiner Jeans, ich wurde immer geiler, obwohl ich auf SM, wobei das hier eine absolute light-Form war, gar nicht so stehe. Aber dieses kleine Luder wurde selbst so unglaublich heiß dabei. Ich spürte es. Denn weil ich eben immer schärfer wurde, ließ ich auch meine Hand immer öfter und dann immer länger auf einer der runden festen Backen verweilen, tastete mit den Fingern – und die Strumpfhose war nass. Außerdem atmete Sabine ebenso heftig wie ich, flehte dabei auch immer wieder heiser um Erbarmen. Was ich ihr dann auch gewährte als sie rief: „Oh bitte, ehrwürdiger Vater, verschonet mich, ich tue alles was ihr verlanget...“ „So falle auf die Knie und bete zu Gott unserem Herrn“, rief ich in brünstig. Sie tat es sofort, was ich fast bedauerte, weil ihr Kleid wieder über diesen herrlichen Arsch und diese wundervollen langen Beine fiel. „Und so kniet und faltet die Hände, Jungfer, auf das ihr Buße tuet...“ Und sie faltete die Hände. Allerdings kniete sie so dicht an mir, dass sie natürlich völlig unabsichtlich, einen Teil meiner Kutte über meiner Wölbung zwischen die schlanken Hände bekam.
Mit einem gekonnt unschuldigen Augenaufschlag sah sie mich von unten her an: „Oh, heiliger Mann, euer Schlüssel hat sich in eurem Gewand verhakt... Ich werde ihn hervor holen...“ Ich holte tief Luft, denn Sabine fing schon bei diesen Worten an, unter meine Kutte zu greifen und an meiner Hose rum zu neseln. Ich keuchte auf, als sie meinen Schwanz in der Hand hielt. „Oh, Herr Pater, euer Schlüssel ist aber sehr rund und warm...“ sie tastete sich an die Spitze, ich seufzte. „Und er hat gar keinen Bart... Wie öffnet ihr denn damit Türen...?“ ihre großen Augen sahen mich fragend an, während sie ihre Hände unter der Kutte faltete und sie langsam auf und ab schob. Ich stöhnte laut auf, atmete heftig. Ich hatte nicht sofort eine Antwort parat, wirklich denken konnte ich nicht mehr. Sabine störte das aber nicht, sie beobachtete mich weiterhin und rieb weiter. Ich genoss die Momente und sagte dann, na ja, keuchte mehr: „Es ist kein Schlüssel, sondern ein Rammbock der Liebe. Er passt in jede Öffnung eines buswilligen Körpers einer unzüchtigen Jungfer...“ Sabine fiel jetzt aus der Rolle und lachte laut. Dann war sie wieder die Prinzessin. „So nennt mir die Öffnungen der Liebe...“ bat sie und fuhr sich dabei lüstern mit der Zunge über die Lippen. Ich grinste. „So stopfet auch den Rammbock in das liederliche Mundwerk, um es von eurem lasterhaften Geschwatze zu reinigen...!“ knurrte ich sie mehr erregt als bestimmend an. Sabine reagierte schnell, erst zerrte sie meine Hose runter und als ich noch mit den Füßen versuchte sie komplett auszuziehen, war ihr Kopf schon unter der Kutte verschwunden. Zuerst schlug sie die Zunge über die Eichel, leckte am Schaft entlang, massierte ihn kurz und nahm mich dann Zentimeter um Zentimeter auf. Ich stöhnte laut und lange auf. Dann verharrte sie kurz und begann dann ihren Kopf über meinen Schwanz zu schieben, vor und zurück, vor und zurück, gefolgt von der schmalen Hand. Ich keuchte und seufzte, stöhnte und ächzte. Mann, sie konnte das richtig gut, der erste „Rammbock der Liebe“ war es für sie mit Sicherheit nicht. Die Gerüchte in der Verwandtschaft, Sabine würde gerne für so ziemlich jederMANN die Beine und alles andere öffnen, waren wohl nicht nur Gerüchte... Ich musste mich mittlerweile an den Sessel lehnen, denn Sabine schenkte mir nichts. Es schien, als wolle sie tatsächlich Buße tun, für alles was sie bisher angestellt hatte. Langsam aber sicher wollte ich auch sie etwas verwöhnen, ich hatte sie ja noch nicht einmal nackt gesehen und sie lutschte mir gerade genüsslich den Schwanz, was ich auch nicht sehen konnte.
Ich riss sie fast brutal nach oben, hielt sie an der schmalen Taille fest und sah ihr tief in die Augen. Sie atmete schwer, ein Lächeln zuckte um ihre Mundwinkel, aus denen Speichelfäden hingen. „Für dieses ungebührliche Benehmen verdient ihr eine weitaus schlimmere Züchtigung! !“ keuchte ich und sie grinste jetzt schamlos. Ich warf sie wieder über die Sessellehne, schob den Rock nach oben und griff direkt zwischen die schlanken Beine. Sabine schrie verzückt auf, als ich meine Hand fest auf ihre Spalte drückte. Der Stoff war noch nasser geworden und sie bewegte sofort ihre Becken vor und zurück. Ich drückte meine Hand noch fester auf die dicken Lippen und meinen Daumen gegen den Hintereingang. Der Stoff gab nach, schien fast aufgesogen zu werden. Ich wollte die Strumpfhose nach unten ziehen, aber Sabine keuchte: „Nein, kann ich wegwerfen...!“ Ich riss also den Stoff entzwei und legte den Arsch und die sündigen Eingänge frei. Sie schrie leise auf, stellte die Beine noch etwas weiter auseinander und hob den Arsch weiter an. Ich massierte die nasse Möse, die Lippen umfingen fast sofort meine Finger. Schnell ertastete ich den harten Kitzler, prall und empfindlich, denn Sabine stöhnte laut auf, bog den schmalen Rücken durch, warf den Kopf in den Nacken. Ich rieb und massierte weiter, mein Daumen fand den Weg in das engere Loch. Ihr Duft stieg mir in die Nase, frisch, heiß, würzig. Ich ging auf die Knie und drückte meinen Mund auf den Damm, das kleine Stückchen empfindliches Fleisch zwischen Möse und Arschloch. Sabine stieß ein willkommenes „AAAAAHHH! !“ aus und ich leckte sie. Zuerst konzentrierte ich mich auf die heiße Spalte, fuhr mit meiner Zunge über die geschwollenen Lippen, die hitzige Furche dazwischen, drang ein das heiße Loch ein, züngelte, saugte leckte. Sabine drängte sich mir entgegen, seufzte, keuchte und wimmerte um mehr. Ich nahm ihren Saft auf und begann damit ihren Arsch einzuschmieren, beide Backen glänzten einladend, und verteilte dann den Rest auf dem engen rosa Eingang, der sanfte Falten warf. Nebenbei rieb ich weiter die herrliche Möse. Sabine richtete sich leicht auf, mit einem kurzen Blick nach oben sah ich, wie sie ihr Kleid selbst öffnete und den Stoff nach unten schob. Ihre Rücken war makellos, fast weiß schimmerte die zarte Haut. Nur kurz sah ich einen Nippel aufblitzen. Das spornte mich noch mehr an, immer wilder züngelte und rieb ich die beiden geilen Löcher. Dann wollte ich sie endlich von vorne sehen. Ich hob sie auf die Lehne, so dass sie darauf liegen konnte, zog ihren Oberkörper zu mir und bewunderte für einige Momente diesen herrlichen jungen Körper, nachdem ich sie endgültig vom Kleid befreit hatte. Sie hatte sehr kleine Titten, nur zwei flache Hügel, die von einem Tal getrennt waren, ihr Brustbein wölbte sich sanft nach innen. Die Nippel waren dagegen groß, lang und prall, und saßen wie kleine Wachtürme auf den kleinen Hügeln. Gierig küsste ich Sabine, die willig ihren Mund öffnete und unsere Zungen tanzten miteinander, während ich eine Hand auf die Brust legte und begann diese wunderschönen Brüste und vor allem die Nippel zu massieren. Sie keuchte auf, leckte hektisch mein Gesicht. Ich nahm sie in den Mund, diese wunderschönen kleinen Titten, saugte an den festen Nippeln, Sabine schrie leise auf, hob mir ihre Brust entgegen, legte ihre Hand auf meinen Nacken und zog mich an sich. Ich massierte wieder die heiße Spalte, die jetzt weit geöffnet war und meine Finger aufzusaugen schien. Sabine hatte die Beine weit gespreizt ausgestreckt und versuchte, sich mir entgegen zuwerfen. Plötzlich löste sie sich, saß kurz rittlings auf der Lehne, hob meine Kutte über meinen harten Schwanz, stopfte sie unter der Kordel fest, rieb mich mit zwei, drei schnellen Bewegungen und zog mich zu ihrer feuchten Grotte, während sie wieder auf den Rücken glitt. Ich zögerte, was sie merkte und keuchte: „Nehm die Pille und bei dir brauch ich kein Gummi...“ und ich versank genüsslich stöhnend in ihrem Körper.
Sie war heiß, eng, weich – und vor allem auch sehr sehr nass. Ich zog mich zurück, stieß wieder vor, wartete. Sabine atmete heftig, während ich mich darauf konzentrierte, nicht sofort abzuspritzen. Wie zurück, vor, warten. Sie wurde ungeduldig, bewegte ihr Becken vor und zurück, stülpte ihre dicken Lippen immer wieder über meinen harten Schwanz. Ich stöhnte, packte ihre Taille und übernahm das Ruder. Immer wieder stieß ich hart in den bebenden Körper, spießte das heiße Luder auf. Sabine schrie bei jedem Besuch meines Schwanzes leise auf, röchelte, feuerte mich an: „Schneller, mach’s härter, fester! ! Komm schon, gib es mir...!“ Ich fickte sie schneller, härter, gab ihr alles was ich hatte. Ich röhrte wie ein Hirsch als ich kam, spürte wie mein Saft aus meinem Schwanz pulsierte und die junge geile Möse abfüllte. Ich zog ihr Becken Körper fest an mich, versuchte noch tiefer in sie einzudringen. Sabine presste sich ihrerseits an mich, kam hoch, umschlang mich, küsste und biss mich. Ihre harten Nippel drängten sich an meine Brust, rieben über meine verschwitzte Haut. Wir atmeten beide schwer, doch genug hatten wir auch nicht. Sabine drückte mich nach unten, zog meinen Mund an ihre Lippen. Gierig leckte ich meinen Saft, der aus ihr floss, mir warm und würzig entgegen pulsierte. Sabine keuchte, stöhnte, genoss die flinken Bewegungen meiner Zunge an ihrer Spalte, der harten Perle. Dann glitt sie auf den Boden, nahm mich mit einer Bewegung auf und lutschte meinen Schwanz sauber. Ich keuchte, war immer noch sehr empfindlich, aber immer noch hart. Sie grinste mich lüstern von unten her an, die großen Augen schienen noch größer geworden zu sein, ihre Haare klebten in ihrem verschwitzten Gesicht. Sie rieb mich noch kurz, zwei, drei Hiebe, und schubste mich dann auf den Sessel. Fast gelichzeitig bestieg sie mich, führte mich mit einer gleitenden Bewegung ihres schmalen Beckens wieder ein und begann sofort mit einem scharfen Galopp. Ihr schlanker Körper hüpfte auf und ab, während sie sich auf meinen Schultern aufstützte. Wir hatten beide keine Hemmungen mehr, unsere Lust heraus zu stöhnen, gaben ein geiles Konzert. Ich griff nach den kleinen Tittchen, streichelte sie, kniff in die herrlichen Nippel – und Sabine wurde noch schneller. Jetzt rieb sie sich selbst die feuchte Pussy, wie ein Schmetterling wirbelten die langen Finger über die Spalte und die Klit. Dann kam auch sie, lautlos, atemlos. Ihr Körper streckte sich erst, fiel dann in sich zusammen, der Rücken krümmte sich, die Möse krampfte zusammen, ich keuchte lustvoll auf. Ihrer Kehle entschwand ein ersticktes Röcheln, dann fiel sie gegen mich, rang nach Atem. Ich umarmte sie, streichelte den feuchten Rücken, massierte den festen Arsch, während meine Brust nass wurde, von Speichel und Tränen, wie ich wenige Momente später feststellte. Ich steckte immer noch in ihr hart, schmerzhaft erregt. Ich wollte mehr, ebenso wie sie. Sabine löste sich von mir, sah mich mit ihrem von Tränen feuchtem, von der Lust gerötetem Gesicht an, schniefte und flüsterte: „Mach weiter...!“ Ich packte sie, drückte sie wieder auf die Sessellehne. Diese mal so, dass sie mir ihre geile Rückansicht darbot. Sie schmiegte sich an den Stoff, hob ihren Arsch und wackelte einladend damit. Dann zog sie selbst die Backen auseinander, drückte jeweils einen Finger einer Hand in das enge Hintertürchen. Einige Momente schob sie sie rein und raus, holte sich dann schleimigen Mösensaft heran und schmierte sich an. Ich drückte mich an das enge gerötete Loch. Meine dicke Eichel schien auf den ersten Blick zu groß zu sein, doch sie öffnete sich, keuchte geil auf, und meine Spitze war verschwunden. Sie war so eng, so heiß und doch so gierig darauf, dass ich sie nahm. Mit festem Druck schob ich mich tiefer, stöhnte geil auf, Sabine wimmerte lustvoll – und ihre Arschmuskeln hielten mich wie ein Schraubstock fest. Ich schrie auf, vor Schmerz und Lust. Dann entspannte sie sich und schob ihren Körper vor und zurück. Sie fickte mich, während ich einfach nur die geile Behandlung genoss, den herrlichen Anblick, die geilen Geräusche, ihr lautes atmen, das Reiben ihres Körpers an dem rauen Stoff des Sessels und das klatschen, wenn unsere Körper zusammenprallten. Sabine lachte leise auf, sah mich mit blitzenden Augen über die Schultern an. „Du bist dran!“ hauchte sie mehr als das sie flüsterte. Ich fickte sie hart und gierig, rücksichtslos, rammte ich meinen harten Schwanz wieder und wieder in ihren Arsch. Sie schrie bei jedem Besuch auf, wimmerte, ich stöhnte immer lauter – und kam. Mein Saft pulsierte, wie zuvor noch in ihre Möse, tief in ihrem Darm. Sabine keuchte auf, warf den Kopf in den Nacken, der Körper rutsche von der Lehne herunter. Ich hielt sie fest. Mit weit aufgerissenen Augen und Mund starrte sie mich an, schien mich aber nicht zu sehen. Ich drückte noch mal nach, während mein Schwanz sich zuckend entleerte.
Ich zog mich aus ihr zurück. Fast sofort quoll mein Sperma aus dem jetzt geweiteten Loch, tropfte teils auf den Boden, teils lief es an ihrem Schenkel entlang. Sabine hing mehr als das sie lag über dem Sessel. Dann richtete sie sich auf und umarmte mich. Wir küssten uns lange. Dann fing sie an, mir endlich meine restlichen Klamotten vom Leib zu streifen. Als ich nackt vor ihr stand, küsste und leckte sie über meine Brust und streichelte mich überall, kniff in meinen Arsch, saugte an meinen Brustwarzen. Schließlich zog sie mich ins Bad, wo wir gemeinsam, unter ständigem streicheln, küssen, lecken und massieren, gemeinsam duschten. Ihre Haut war wirklich makellos, weich, zart. Ihre Brustwarzen waren dafür sehr dunkel, immer noch geschwollen und sehr empfindlich. Wenn ich sie dort berührte, schloss sie die Augen uns seufzte leise auf. Ihre Spalte war haarlos, die Lippen sprangen hervor, wölbten sich scheinbar einer lockenden Zunge oder einem wippenden Schwanz entgegen. Ihre Beine waren lang und schlank, der Arsch rund und fest, der Bauch flach und stramm. Sie war wunderschon, hatte viel Ähnlichkeit mit ihrer Mutter in dem Alter. Die hatte ich als kleines Kind angeschmachtet und war immer selig gewesen, wenn sie mich in den Arm nahm. Trotzdem hätte ich niemals gedacht, dass ich eines Tages ihre Tochter ficken würde. Sabine kümmerte sich jetzt ausgiebiger um meinen Schwanz. Ganz schlaff war nicht geworden, aber sie brachte ihn wieder zu voller Pracht. Sie ging vor mir in die Hocke und begann ihn zu lutschen, zog die Zunge der Länge nach darüber, nuckelte an der Spitze, knabberte an meinem Sack, massierte mich, zupfte, leckte und schob wieder ihre Lippen darüber. Ich beobachtete sie, wie ihr Kopf vor und zurück ruckte und sie sich dabei selbst zwischen den geöffneten Schenkeln massierte. Dann kam sie hoch schlang ihre Arme um mich und ich hob sie hoch. Ohne Hände schaffte sie es, mich bei sich einzuführen. Mit einem tiefen Seufzer sank sie auf mich herab und begann auf und ab zu wippen. Ich ließ sie gewähren, küsste sie nur immer wieder, knabberte an ihrem Hals, an den zarten Ohrläppchen, während das warme Wasser auf uns niederprasselte. Dann nahm ich sie, bestimmte das Tempo, stieß hart nach oben und drückte ihren herrlichen Körper gleichzeitig herunter. Wir atmeten beide schneller, stöhnten immer wieder. Sabine fiel nach hinten, hing an ausgestreckten Armen an meinem Nacken, zog die Beine an die kleinen Titten, während ich sie an der Taille festhielt. Sie hatte jetzt keine Kontrolle mehr darüber, wie ich sie fickte. Sie gab sich mir ganz hin, ließ sich stoßen, genoss es, lächelte mich immer wieder mit verzerrtem Gesicht an. Als sie laut wimmernd kam, setzte ich zum Endspurt an, stieß schneller und härter zu, das Wasser wurde jetzt deutlich kälter. Sie merkte, dass auch ich jetzt kommen wollte, ließ mich plötzlich aus sich heraus flutschen und sprang aus der Dusche. Ich verlor fast das Gleichgewicht. Sie kicherte und griff nach einem Handtuch. Sie frottierte sich ab, während ich ebenfalls aus der Dusche kam, gierig, sie mir direkt wieder zu nehmen. Doch Sabine warf das Handtuch über mich und rannte aus dem Band. Ich trocknete mich auch notdürftig ab und folgte ihr, meinem steil nach vorne wippendem Schwanz hinterher.
Ich fand Sabine schließlich in meinem Bett. Dort hatte sie sich in die Decke gekuschelt und grinste mir frech entgegen. Schnell sprang ich zu ihr, schlüpfte unter die Decke, die sie einladend gelüftet hatte, und wurde von ihr direkt zwischen ihre langen Beine dirigiert. Ohne Umschweife führte sie mich an ihre Möse, deren Lippen mich gierig aufnahmen. „Langsam“, flüsterte sie und ich hörte auf sie. Ich stützte mich nur auf den Ellenbogen an, um ihr noch Luft zu lassen, bewegte mich langsam und mit ausholenden Hüftschwüngen, während wir uns sanft küssten, mit unseren Zungen spielten und Sabine mich überall streichelte. Sie hatte ihre Schenkel weit geöffnet und Richtung Brust gezogen. Sie seufzte wieder, löste sich von mir und lag jetzt mit geschlossenen Augen, zitternden Augenlidern, unter mir. Ihr Atem ging wieder schneller, die Brust mit den hochaufgerichteten Nippeln hob und senkte sich. Sie drängte sich mir jetzt bei jedem Stoß entgegen, wollte mehr. Ich veränderte meine Position, stützte mich mit gestreckten Armen ab und bewegte mich schneller. Ein sanftes Lächeln ließ ihr hübsches Gesicht erstrahlen, sie stöhnte leise auf. Ihre Arme lagen schlaff über ihrem Kopf auf dem Kissen, sie überließ es mir. Ich nahm ihre Beine jetzt über meine Schultern, drückte die schlanken Schenkel gegen ihren Körper und drang von oben in die nasse heiße Möse ein. Ich drückte meinen Schwanz mit meinem ganzen Gewicht in sie hinein, Sabine stöhnte, röchelte, jajajajaja, weiter, weiter, ahahahahahah, und ich besorgte es ihr mit aller Macht. Plötzlich ruckte ihr Oberkörper kurz nach oben, bog sich durch, der Kopf fiel weit nach hinten, ihre Möse zuckte, massierte mich bei jedem Stoß, was mir ein lautes Stöhnen entlockte. Sie kam offensichtlich wieder, weshalb ich jetzt noch mal einen Gang zulegte. Das Bett knallte gegen die Wand, pock, pock, pock, ich wollte abspritzen. Doch Sabine hatte anderes vor. Mit einer Kraft, die ich ihr nicht zugetraut hätte, drückte sie mich von sich runter, warf mich auf den Rücken und nahm sich meinen Schwanz vor. Mit schnellen gierigen Bewegungen hieb sie ihre Lippen darüber, ließ ihre Zunge kreisen, massierte mit ihrer schlanken Hand nach, wurde schneller fordernder – und ich explodierte mit einem befreiten Schrei. Mein Samen schoss aus meinem Schwanz hervor und direkt in ihren Hals, da sie mich tief aufgenommen hatte. Sie empfing den Saft mit erfreuten Lauten tief aus ihrer Kehle, die gleichzeitig überflutet wurde. Es schien nicht enden zu wollen und Sabine tat alles, um mich bis auf den letzten Tropfen zu melken. Irgendwann war sie zufrieden mit ihrer Leistung, entließ mich, schlaff wie ich jetzt tatsächlich war und schmiegte sich zufrieden schnurrend an mich.
Am nächsten Morgen bekam ich einen Einlauf von meiner Tante. Es könne nicht sein, dass ich Frauen mitbrächte und dann die ganze Nacht so laut, das Poltern, das Stöhnen, das Duschen, noch einmal usw. Während der Schimpftirade lag Sabine, die Enkelin meiner Tante, hinter Tür auf meinem Bett. Mir war ziemlich mulmig muss ich zugeben, aber auch Sabine zitterte wie Espenlaub, als meine Tante schließlich weg war und ich zu ihr ins Bett kam. Wir warteten eine Weile, bis ich Sabine relativ gefahrlos aus der Wohnung schmuggeln konnte. Die nächsten Tage sahen wir uns auch nicht. Aber dann stand sie plötzlich wieder vor meiner Tür..

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